Una nuova ondata di indagini ha investito la vicenda tragica di Liliana Resinovich, con una perquisizione mirata questa mattina presso l’abitazione di Sebastiano Visintin, figura chiave nel fascicolo d’indagine aperto per l’omicidio della donna.
La notizia, diffusa dal portale online Il Piccolo, sottolinea un’intensificazione delle attività investigative guidate dalla procuratrice Ilaria Iozzi, a testimonianza della complessità e della delicatezza del caso.
L’intervento della Procura si concentra su una dettagliata analisi dell’ambiente domestico di Visintin, con particolare attenzione all’ispezione dei macchinari presenti e alla quantificazione del loro consumo energetico.
Questa scelta investigativa, apparentemente tecnica, cela una logica più profonda: ricostruire con precisione le attività svolte dall’indagato il giorno della scomparsa di Liliana Resinovich, il 14 dicembre 2021, e nel periodo immediatamente precedente.
La perquisizione si è estesa alla valutazione del materiale utilizzato da Visintin per l’affilatura dei coltelli, un’attività cruciale nel suo lavoro di arrotino.
Durante la prima perquisizione, avvenuta il 9 aprile, erano già stati sequestrati diversi oggetti rilevanti, tra cui un maglione giallo, un paio di guanti in pile e un impressionante assortimento di strumenti da taglio, quantificabile in oltre settecento pezzi tra coltelli, forbici e cesoie.
Questi elementi, unitamente alle nuove acquisizioni, alimentano l’interesse della Procura verso la ricostruzione meticolosa del modus operandi dell’indagato.
Un punto cruciale delle indagini verte sulla verifica dell’attività di arrotino svolta da Visintin il 14 dicembre 2021, presso il laboratorio di via Donadoni, locale oggi non più disponibile.
La ricostruzione di questa attività, apparentemente banale, si rivela determinante per valutare la coerenza delle dichiarazioni dell’indagato e per escludere o confermare la sua presenza in un determinato luogo in un momento preciso.
Si ipotizza che un’analisi forense dettagliata degli strumenti di lavoro e dei relativi residui possa fornire elementi significativi sulla dinamica degli eventi.
La squadra di intervento, composta da agenti della Squadra Mobile, esperti della Polizia Scientifica e due consulenti nominati dalla Procura, ha operato con la massima precisione e rigore metodologico.
La presenza dei consulenti sottolinea l’importanza di un approccio scientifico e multidisciplinare nell’analisi delle prove e nella ricostruzione della vicenda.
Le indagini, caratterizzate da una crescente complessità e da un’attenzione minuziosa ai dettagli, mirano a fare luce sulle oscure dinamiche che hanno portato alla tragica scomparsa di Liliana Resinovich e a garantire la piena giustizia per la vittima e i suoi familiari.
L’indagine è in una fase delicata, dove la meticolosità delle perizie e l’analisi dei dati raccolti rappresentano elementi chiave per la ricostruzione della verità.