La Procura di Trieste, guidata da Ilaria Iozzi, intensifica l’indagine sulla tragica scomparsa di Liliana Resinovich, formulando una richiesta di nuovi accertamenti peritale alla Giudice per le Indagini Preliminari Flavia Mangiante. La richiesta, dettagliata e mirata, si concentra su una serie di reperti cruciali rinvenuti durante le prime fasi delle indagini, al fine di colmare lacune interpretative e corroborare o smentire le ipotesi investigative.L’attenzione si rivolge primariamente ai cordini ritrovati sulla persona della vittima, uno stretto attorno al collo e l’altro utilizzato per legare le chiavi. La Procura ambisce a estrarre materiale genetico da questi oggetti, instaurando una comparazione con i gomitoli di spago sequestrati nell’abitazione di Sebastiano Visintin, principale sospettato. Questo confronto non si limita alla mera identificazione del materiale, ma si estende all’analisi del taglio delle estremità degli spaghi, per verificarne la coerenza con il taglio presente su un braccialetto celeste e nero con motivi greci, acquisito in precedenza nella casa del fratello della donna.La ricerca di tracce genetiche non si limita ai cordini e agli spaghi, ma si estende a un ventaglio più ampio di oggetti appartenuti a Liliana Resinovich: abiti, mascherina, borsa e occhiali. Il respiro delle indagini si allarga ulteriormente includendo una valutazione merceologica e dattiloscopica di tutti i reperti, al fine di identificarne la provenienza e individuare eventuali impronte digitali significative.Particolare rilievo viene attribuito all’analisi del materiale rinvenuto nelle suole delle scarpe di Liliana, con una comparazione precisa con i sedimenti prelevati in due luoghi specifici: il roseto dell’ex Opp (Ospedale Psichiatrico) e l’ex laboratorio di arrotino di Visintin. Questa operazione si propone di stabilire se la sostanza trasportata dalle suole possa collegare la vittima a uno di questi luoghi, potenzialmente rivelando percorsi o attività in precedenza non chiariti.In una svolta inaspettata, è la difesa di Sebastiano Visintin, rappresentata dagli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua, a richiedere un collegio di periti nominato dalla Giudice per svolgere nuovi accertamenti in sede di incidente probatorio. Questa richiesta, apparentemente in contrasto con l’iniziativa della Procura, mira a una ricostruzione più accurata delle circostanze della morte, con particolare attenzione alla causa, al luogo di permanenza della salma e alla data del decesso. Questo elemento introduce un elemento di complessità procedurale, dove l’accusa e la difesa convergono sulla necessità di un esame peritale più approfondito, sebbene con finalità potenzialmente divergenti. L’esito di questi nuovi accertamenti si preannuncia cruciale per chiarire le dinamiche di una vicenda avvolta nel mistero e nel dolore.
Nuovi accertamenti per Liliana Resinovich: la Procura chiede verità.
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