L’avanzata dei cambiamenti climatici sta rimodellando profondamente gli ecosistemi alpini e balcanici, con conseguenze dirette e sempre più evidenti sulla distribuzione e il comportamento dell’orso bruno (Ursus arctos).
La riduzione della durata del letargo, indotta dall’aumento delle temperature medie, sta destabilizzando l’equilibrio tradizionale delle popolazioni di orsi, spingendoli a rivedere le proprie abitudini alimentari e territoriali.
Un recente studio internazionale, coordinato dall’Università di Udine in collaborazione con 75 istituzioni scientifiche dislocate in 26 Paesi europei e turchi, ha quantificato questo fenomeno, analizzando i dati GPS di oltre 3.
000 orsi dotati di collare satellitare provenienti da 14 sottopopolazioni diverse.
La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista *Global Change Biology*, rivela come l’orso bruno stia reagendo alla pressione climatica attraverso una serie di strategie: la migrazione verso quote altitudinali superiori, in cerca di ambienti più freschi e di risorse alimentari ancora disponibili, e, in alcuni casi, spostamenti verso latitudini più elevate.
Questa dinamica, però, non è priva di implicazioni per le comunità umane, poiché l’aumento della presenza di orsi nei pressi dei centri abitati genera potenziali conflitti e richiede una gestione attenta del territorio.
In Friuli Venezia Giulia, si stima la presenza di una popolazione di 5-10 esemplari, mentre il Veneto ne conterebbe tra i 6 e i 10, molti dei quali originari del Trentino o della Slovenia, attratti dalla disponibilità di cibo.
Il Dipartimento di scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine ha fornito dati cruciali per lo studio, derivanti dal monitoraggio satellitare di 8 esemplari alpini e dinarici.
L’analisi approfondita della dieta degli orsi rivela una marcata dipendenza dalle condizioni ambientali.
Nelle regioni più calde, come la Grecia, la Turchia, i Pirenei e il Friuli Venezia Giulia, la dieta è prevalentemente vegetariana, basata su bacche, erbe, radici e frutta.
Al contrario, nelle aree più fredde della Scandinavia (Norvegia, Svezia, Finlandia), l’orso bruno tende ad integrare la propria alimentazione con carne, grazie alla maggiore disponibilità di prede.
Questa variazione dietetica sottolinea l’importanza delle interazioni ecologiche tra le diverse specie e la fragilità degli ecosistemi alpini e balcanici di fronte ai cambiamenti climatici.
La riduzione della disponibilità alimentare, accentuata dall’aumento delle temperature e dalle alterazioni dei cicli vegetativi, rappresenta una delle principali minacce per le popolazioni di orsi, in particolare quelle dei Balcani e della Turchia.
La gestione sostenibile dei rifiuti alimentari, sia domestici che derivanti da attività agricole, si configura quindi come una misura preventiva cruciale per mitigare il rischio di conflitti uomo-orso e garantire la sopravvivenza di questa specie iconica degli ecosistemi montani.