Ovovia di Trieste: Incognite, Ritardi e Battaglie Legali

Il progetto dell’ovovia di Trieste, infrastruttura destinata a ridefinire la mobilità urbana e il paesaggio della città, si trova attualmente in una fase di profonda incertezza amministrativa e politica, segnata da un rinvio cruciale della variazione di bilancio che avrebbe dovuto sbloccare un finanziamento comunale immediato.

Il sindaco Roberto Dipiazza, di fronte a una frattura interna alla maggioranza di centrodestra, ha optato per una sospensione della delibera, fissando una nuova data per la discussione a lunedì, in una mossa volta a guadagnare tempo e cercare un’intesa.

L’origine della complessità risiede nella progressiva perdita di accesso ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inizialmente previsti per l’opera.

Questa variazione di scenario ha portato il Ministro per i Trasporti, Matteo Salvini, a intervenire personalmente, assumendo un impegno diretto per l’erogazione dei fondi necessari.
Tuttavia, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha successivamente definito un cronogramma dilazionato, prevedendo un’erogazione in otto tranche, distribuite tra il 2027 e il 2034.

Tale articolazione temporale, lungi dall’agevolare la realizzazione, ha in realtà acuito la necessità per l’amministrazione comunale di anticipare una parte considerevole delle risorse, circostanza resa ancora più urgente dall’assegnazione dell’appalto alla società Leitner per la costruzione dell’ovovia.
La situazione è ulteriormente complicata da una serie di battaglie legali che hanno segnato l’iter amministrativo del progetto.
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) ha infatti emesso cinque sentenze che hanno annullato provvedimenti chiave, tra cui la Verifica di Conformità (Vinca) e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), documentando così delle irregolarità procedurali.

Un sesto ricorso pende ora dinanzi al TAR del Lazio, alimentando un clima di incertezza che grava sull’intera operazione.
Queste azioni legali, provenienti da diversi fronti, sollevano interrogativi non solo sulla legittimità formale del progetto, ma anche sulla sua sostenibilità economica e sociale.
L’opposizione politica non ha esitato a criticare aspramente l’amministrazione, denunciando una gestione del progetto caratterizzata da ritardi, imprecisioni e un’eccessiva dipendenza da finanziamenti esterni.
Le accuse riguardano non solo la gestione finanziaria, ma anche la mancanza di trasparenza e la scarsa inclusione dei cittadini nel processo decisionale.
L’ovovia, che dovrebbe rappresentare un passo avanti per la mobilità sostenibile e il collegamento tra le diverse aree della città, rischia di trasformarsi in un simbolo di divisioni politiche e di contenzioso legale, mettendo a repentaglio la realizzazione di un’opera che, se correttamente gestita, potrebbe portare benefici significativi per l’intera comunità triestina.

Il futuro del progetto pende ora da una delicata fase di negoziazione e dalle decisioni che verranno prese nei prossimi giorni, in un contesto politico e legale particolarmente complesso.

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