Stefano Puzzer, figura controversa nel panorama politico italiano, ha intrapreso una nuova fase della sua esistenza professionale, lavorando come aiuto cuoco in un ristorante di Muggia, piccolo centro costiero nella provincia di Trieste. La sua storia, profondamente segnata da una profonda crisi lavorativa e da un impegno civile contro le politiche sanitarie restrittive, riflette un percorso di resilienza e una ricerca continua di autonomia.La sua esperienza lavorativa nel porto di Trieste, un nodo cruciale per l’economia del nord-est italiano, è terminata bruscamente a seguito di una sentenza del Tribunale del Lavoro, che ha confermato il licenziamento. Un provvedimento che Puzzer ha contestato con forza, portando la vicenda in appello e ora in Cassazione, in attesa di una decisione cruciale per il suo futuro e per il significato stesso di diritti e libertà individuali. La protesta di Puzzer davanti alla Camera dei Deputati, un gesto simbolico volto a denunciare ciò che percepiva come un’ingiustizia, ha amplificato la sua figura nel dibattito pubblico, proiettandolo al centro di un confronto acceso e polarizzato.Oltre al ruolo di aiuto cuoco, Puzzer svolge anche diverse altre mansioni per garantirsi un reddito. L’impiego come custode in un campeggio a Muggia e l’esperienza lavorativa in Val Badia durante la stagione invernale testimoniano una volontà di adattamento e una capacità di reinventarsi professionalmente, ricercando opportunità in contesti differenti. “Fino a quattro anni fa ero un portuale,” ricorda, sottolineando la trasformazione radicale del suo percorso professionale e la necessità di affrontare nuove sfide.La sua attività non si limita alla sfera lavorativa. Puzzer continua a ricoprire il ruolo di portavoce nazionale del movimento No Green Pass, un’organizzazione che si batte contro le discriminazioni derivanti dalle politiche sanitarie e per la difesa della libertà di scelta individuale. Il movimento, pur non avendo una struttura centralizzata, è animato da diversi comitati locali sparsi in tutta Italia, che mantengono viva la fiamma della protesta e promuovono la consapevolezza sui temi della libertà e della responsabilità personale. “Abbiamo diversi comitati nati in tutta Italia, che si battono ancora contro le discriminazioni accadute tra vaccinati e non vaccinati,” afferma, ribadendo l’impegno del movimento per la tutela dei diritti fondamentali e per la promozione di una società inclusiva e rispettosa delle opinioni altrui. La sua visione si fonda sul principio che ogni individuo debba essere libero di compiere scelte consapevoli per la propria vita, senza subire imposizioni o discriminazioni di alcun tipo.
Puzzer, dal porto alla cucina: una nuova vita tra diritti e protesta.
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