La Prefettura di Gorizia ha convocato una complessa sessione di coordinamento, un vero e proprio tavolo di regia, per orchestrare gli sforzi di ricerca volti a localizzare Claudio Cibini, cittadino di 55 anni, sparito misteriosamente dal capoluogo isontino il 23 ottobre.
L’iniziativa, nata dall’allarme per la scomparsa, riflette una crescente sensibilità istituzionale verso la tutela delle persone vulnerabili e la necessità di risposte rapide e coordinate in situazioni di emergenza.
Al tavolo hanno preso parte rappresentanti di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio: la Questura, con la sua esperienza nella gestione delle indagini complesse; l’Arma dei Carabinieri, con la sua capillare conoscenza del territorio e le sue capacità di ricerca; i Vigili del Fuoco, fondamentali per le operazioni in ambienti impervi o difficili; e la Polizia Locale, in grado di fornire informazioni preziose e supportare le indagini a livello locale.
Il coordinamento generale delle operazioni è stato affidato alla Compagnia Carabinieri di Gorizia, che ha attivato immediatamente il Piano provinciale per le persone scomparse, un protocollo dettagliato che definisce le procedure operative, le risorse da impiegare e i criteri di priorità.
Un elemento cruciale delle indagini è rappresentato dalla ricerca di un veicolo Fiat Punto rossa, contraddistinta da un tettuccio nero, utilizzato da Cibini.
La localizzazione di questo veicolo, attualmente disperso, rappresenta un obiettivo prioritario, poiché potrebbe restringere drasticamente l’area di ricerca e fornire indizi fondamentali sulla direzione presa dall’uomo scomparso e sulle circostanze della sua sparizione.
L’attenzione è rivolta non solo alla localizzazione del veicolo in sé, ma anche all’analisi del suo percorso, potenzialmente tracciabile attraverso sistemi di videosorveglianza o testimonianze.
Le istituzioni coinvolte hanno espresso un fermo impegno a dedicare tutte le risorse umane e tecnologiche disponibili per la ricerca, sottolineando la priorità assoluta di riportare Cibini a casa e di fornire risposte alla sua famiglia.
L’operazione non si limita a una mera ricerca fisica, ma include anche attività di sensibilizzazione nei confronti della popolazione, al fine di raccogliere informazioni utili e favorire la collaborazione dei cittadini.
La Prefettura ha inoltre attivato canali di comunicazione dedicati per aggiornare costantemente la comunità sull’andamento delle ricerche e per rispondere alle domande dei media e dei familiari.
L’intera comunità è chiamata a collaborare, contribuendo con qualsiasi dettaglio, anche apparentemente insignificante, che possa portare a chiarire il mistero della scomparsa di Claudio Cibini.









