L’area territoriale udinese si confronta con un’impennata di separazioni e conflitti familiari, un fenomeno che riflette e amplifica fragilità individuali, difficoltà relazionali e precarie condizioni economiche.
 I dati ufficiali, che mostrano un incremento significativo dei procedimenti giudiziali contenziosi – 351 nel 2024 e già 302 nei primi dieci mesi del 2025 – unitamente alla diminuzione, seppur consistente, di separazioni consensuali (692 nel 2024, 537 finora nel 2025), delineano un quadro complesso e preoccupante.
 Queste dinamiche non si limitano alla sfera privata, ma irrompono nel tessuto sociale, con conseguenze che si ripercuotono sull’intera comunità.
Il convegno “La giustizia consensuale per le famiglie”, tenutosi presso la Fondazione Friuli, ha offerto un’occasione cruciale per analizzare l’evoluzione del diritto di famiglia a cinquant’anni dalla riforma del 1975, introdotta per modernizzare il sistema e promuovere la stabilità familiare.
 L’evento, promosso dall’Ordine degli Avvocati di Udine, ha segnato un’importante riflessione sulla necessità di superare modelli di giustizia prevalentemente antagonistici, focalizzati sulla contrapposizione e la decisione definitiva, a favore di approcci collaborativi orientati alla mediazione e alla costruzione di soluzioni condivise.
La negoziazione assistita emerge come strumento prioritario per affrontare questa sfida.
 Questo percorso, che prevede l’assistenza di avvocati esperti nella mediazione familiare, consente alle coppie di definire gli aspetti cruciali della separazione – affidamento dei figli, mantenimento, divisione dei beni – in un ambiente protetto e collaborativo, evitando il ricorso al giudice e riducendo drasticamente tempi e costi.
  Si tratta di una procedura che valorizza l’autodeterminazione delle parti, promuovendo un approccio proattivo alla risoluzione del conflitto.
Un elemento di particolare rilievo è rappresentato dal protocollo d’intesa siglato dal Tribunale ordinario di Udine, dall’Ordine degli Avvocati, dai nove ambiti territoriali sociali e dall’Azienda sanitaria universitaria del Friuli Centrale.
 Questa iniziativa, unica nel suo genere a livello nazionale e sviluppata anche in seguito all’implementazione della riforma Cartabia, istituisce un modello di collaborazione sinergica.
L’obiettivo è gestire in modo integrato i procedimenti familiari, garantendo una tutela specifica per i minori coinvolti e promuovendo la coesione sociale.
L’accordo non si limita all’aspetto legale, ma include un supporto psicologico e sociale, riconoscendo la complessità delle separazioni e l’impatto emotivo sui soggetti coinvolti.
“La giustizia consensuale offre l’opportunità di ridisegnare i legami familiari e di raggiungere un nuovo equilibrio, con un occhio di riguardo ai bisogni dei figli”, ha sottolineato Annamaria Antonini, presidente vicario del Tribunale di Udine.
  La prospettiva si estende oltre la mera risoluzione della controversia, mirando alla ricostruzione di relazioni funzionali, seppur trasformate.
Raffaella Sartori, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Udine, ha aggiunto: “Il nostro impegno è orientato a favorire modelli di composizione del conflitto che rispettino l’autonomia delle parti e che preservino, ove possibile, le relazioni.
  La giustizia deve essere uno spazio non solo di decisione, ma anche di ricostruzione e di riconciliazione.
” Questo approccio sottolinea l’importanza di un ruolo attivo dell’avvocato non come antagonista, ma come facilitatore del dialogo e della ricerca di soluzioni condivise, in linea con un modello di giustizia riparativa e orientata al benessere dei soggetti coinvolti.



 
                                    


