Nel cuore del sistema di risposta alla crisi marittima del Nord Adriatico, la Sala Operativa del X Centro secondario di soccorso marittimo di Trieste ha intercettato una comunicazione urgente proveniente dalla Capitaneria di Porto di Monfalcone. La richiesta di soccorso, innescata da una complessa interazione di fattori ambientali e di navigazione, riguardava un’imbarcazione da diporto, una relitto galleggiante nel delicato ecosistema costiero compreso tra Marina Julia e Punta Barene.L’imbarcazione, una piccola unità di circa sei metri equipaggiata con motore fuoribordo, si era inaspettatamente incagliata in un’area notoriamente insidiosa, caratterizzata da variazioni di profondità non sempre immediatamente prevedibili. L’imbarcazione era condotta da un cittadino italiano, la cui perizia nautica, seppur apparentemente adeguata, si era dimostrata insufficiente a fronteggiare le condizioni specifiche del momento. Fortunatamente, l’uomo si trovava in buone condizioni fisiche, un elemento cruciale che ha influenzato la strategia di intervento.La priorità assoluta, secondo il protocollo di sicurezza marittima, era la stabilizzazione della situazione e la salvaguardia dell’individuo. Pertanto, la Sala Operativa ha immediatamente coordinato l’invio di una risorsa specializzata: l’unità navale litoranea GC B174, appartenente all’Ufficio Circondariale Marittimo di Grado. Questa unità, dotata di sonar avanzati e di un equipaggio altamente qualificato nella navigazione in acque basse, si è rivelata determinante per superare le difficoltà operative.L’approccio alla zona di incaglio, caratterizzata da fondali ridotti e potenzialmente pericolosi per imbarcazioni più grandi, ha richiesto manovre precise e un’attenta valutazione del contesto ambientale. La GC B174, grazie alla sua agilità e alle capacità del suo equipaggio, è riuscita ad avvicinarsi all’imbarcazione incagliata, creando una finestra di sicurezza che ha permesso il recupero del diportista.Una volta a bordo dell’unità della Guardia Costiera, è stata effettuata una valutazione medica che ha confermato le ottime condizioni di salute dell’uomo. La decisione di trasportarlo nel porto di Monfalcone, un punto di riferimento sicuro e ben attrezzato, è stata presa per garantire la massima tranquillità e per facilitare eventuali ulteriori controlli.L’episodio sottolinea, ancora una volta, l’importanza cruciale di una costante vigilanza e di una preparazione adeguata quando si naviga in acque potenzialmente pericolose. La Guardia Costorea ribadisce con forza la necessità di monitorare attentamente le previsioni meteorologiche, che possono alterare significativamente le condizioni del mare e la profondità dei fondali. Variazioni di corrente, mareggiate improvvise e persino l’accumulo di sedimenti possono trasformare un percorso apparentemente sicuro in una trappola. La navigazione responsabile implica la conoscenza approfondita delle carte nautiche, l’utilizzo di strumentazione di bordo all’avanguardia e, soprattutto, il rispetto delle regole e delle normative in materia di sicurezza marittima. L’Adriatico, con la sua morfologia complessa e le sue correnti spesso imprevedibili, richiede un approccio cauto e professionale da parte di ogni navigatore.
Soccorso in Adriatico: diportista incagliato tra Marina Julia e Punta Barene
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