L’istituzione di un tavolo interistituzionale per il contrasto al caporalato in Friuli Venezia Giulia rappresenta un passo cruciale per affrontare un fenomeno complesso e radicato, che erode i diritti dei lavoratori e distorce il mercato del lavoro.
L’assessore al Lavoro, Alessia Rosolen, ha sottolineato come questa iniziativa miri a creare un sistema integrato di analisi e raccolta dati, coinvolgendo attivamente tutte le entità coinvolte nella verifica, nel controllo e nell’acquisizione di informazioni relative alle dinamiche lavorative sul territorio.
La Regione, forte dell’approvazione in Consiglio regionale che ha formalizzato l’osservatorio dedicato, ha immediatamente attivato una collaborazione sinergica con la Prefettura, ente dotato delle competenze primarie in materia.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto al prefetto Petronzi, che, a nome del Governo nazionale, ha offerto la disponibilità a coordinare il tavolo.
Questa leadership prefettizia è fondamentale per garantire un approccio unitario e una governance efficace.
L’obiettivo primario del tavolo interistituzionale non è semplicemente raccogliere dati, ma costruire un percorso strutturato e partecipativo.
L’inclusione di organizzazioni del terzo settore, rappresentanti delle associazioni datoriali e tutti gli attori coinvolti nello studio e nel contrasto al caporalato è imprescindibile.
Questo approccio partecipativo consente di acquisire una visione completa del fenomeno, identificando le sue molteplici cause, le sue modalità operative e le sue conseguenze sociali ed economiche.
La commissione all’interno della Prefettura avrà il compito di tradurre questa visione partecipata in azioni concrete.
Si tratta di elaborare strategie mirate, sviluppare strumenti di prevenzione e repressione, e promuovere la sensibilizzazione di tutti gli attori coinvolti, dai lavoratori ai datori di lavoro.
La prima riunione del tavolo ha segnato l’inizio formale di questo percorso, aprendo la strada a una definizione precisa di come le risorse regionali, gli uffici competenti e le strutture esistenti possano essere mobilitati per approfondire la conoscenza del fenomeno e sviluppare interventi efficaci.
Questo include non solo la raccolta dati, ma anche l’analisi delle cause profonde del caporalato – fattori quali la povertà, la marginalizzazione sociale, la precarietà del lavoro, e le distorsioni del mercato del lavoro – al fine di sviluppare politiche di intervento a 360 gradi.
L’iniziativa si pone come un impegno concreto della Regione Friuli Venezia Giulia per tutelare i diritti dei lavoratori, promuovere un mercato del lavoro equo e sostenibile, e contrastare ogni forma di sfruttamento.
Il successo di questa iniziativa dipenderà dalla capacità di tutti gli attori coinvolti di collaborare in modo costruttivo e trasparente, condividendo informazioni, competenze e risorse, al fine di costruire un futuro più giusto e dignitoso per tutti.






