La recente pronuncia della Consulta costituzionale sul tema del terzo mandato amministrativo riaccende un dibattito complesso, articolato attorno a principi fondamentali di democrazia rappresentativa e autonomia locale.
La Corte, lungi dal precludere la possibilità di una proroga delle cariche elettive, sottolinea l’imperativo di un’azione legislativa basata su criteri di razionalità e coerenza con i principi costituzionali, invitando implicitamente a una riflessione politica più ampia.
Il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha accolto con favore questa chiarificazione, evidenziando come tale decisione riaffermi la necessità di un accordo politico condiviso.
La questione centrale, a suo avviso, non è tanto se consentire o meno la possibilità di un terzo mandato, bensì chi debba avere il potere di decidere: il corpo elettorale, esercitando il proprio diritto di scelta, o una norma che ne limiti l’esercizio.
Questa osservazione si fa particolarmente stringente se si considera la peculiare condizione dei presidenti regionali, eletti direttamente dal popolo, soggetti a vincoli che non gravano su figure istituzionali ad altri livelli.
Si apre, dunque, una riflessione sul significato stesso del voto popolare e sulla sua reale capacità di plasmare il panorama istituzionale.
Fedriga ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi limitazione legislativa che privi i cittadini della possibilità di scegliere i propri rappresentanti, ancor più quando si tratta di cariche locali, come sindaci e presidenti regionali, che sono sottoposte a controlli rigorosi e costanti.
L’idea di una prassi che impedisca la libera espressione del voto popolare, a suo dire, appare in contrasto con i principi democratici che fondano la nostra Repubblica.
Nell’attesa di possibili sviluppi legislativi, l’amministrazione regionale continuerà a operare con continuità, mantenendo la stessa linea di condotta.
Il governatore si mostra ottimista riguardo alla possibilità di raggiungere un accordo politico, suggerendo che le prossime elezioni regionali in Campania e Veneto potrebbero creare un contesto più favorevole, distanziato da logiche partitiche e opportunistiche.
È fondamentale, a suo avviso, che la decisione finale spetti al Parlamento, garante della sovranità popolare.
Fedriga sottolinea inoltre che, anche in caso di approvazione del terzo mandato, le forze politiche possono sempre scegliere di non ricandidare figure che abbiano già ricoperto la carica per due volte, una dinamica che si è verificata anche in passato e che può ripresentarsi.
La questione, in definitiva, non è solo giuridica, ma anche politica e di responsabilità delle coalizioni.
Interrogato sul proprio futuro personale, il presidente Fedriga si dichiara concentrato sul presente, impegnato a svolgere al meglio il ruolo che gli è stato affidato, rifiutando di rilasciarsi a speculazioni di natura personale e focalizzandosi sull’esigenza di servire la comunità friulana.







