giovedì 7 Agosto 2025
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Tirso: Rischia la collaborazione tra sindacati e istituzioni.

La vertenza Tirso, con la potenziale chiusura dell’azienda tessile ad alta tecnologia di Muggia e la conseguente perdita di 160 posti di lavoro, rischia di incrinare un fragile quadro di collaborazione tra sindacati, Regione Fvg e Confindustria Alto Adriatico, un modello che aveva precedentemente prodotto risultati incoraggianti in crisi aziendali come Wartsila e U Blox.

L’annuncio di una manifestazione da parte della Filctem-Cgil, a tutela dei lavoratori, solleva interrogativi sulla sostenibilità di un approccio basato sul dialogo costruttivo.

La posizione di Confindustria Alto Adriatico, espressa dal presidente Michelangelo Agrusti, appare inizialmente di sorpresa, ma riflette una presa d’atto della gravità della situazione, già definita “irreversibile” a luglio 2024.

Entrambe le istituzioni regionali, sotto la guida degli assessori Alessia Rosolen (Lavoro) e Sergio E.

Bini (Attività Produttive), hanno investito risorse e impegno nella ricerca di soluzioni, puntando a preservare l’attività industriale e a favorire il reinserimento dei lavoratori.
L’adozione del cosiddetto “modello Wartsila”, caratterizzato da un intenso coordinamento tra Regione, sindacati e Confindustria, ha permesso di gestire positivamente altre situazioni critiche.
Si è cercato di creare un ambiente favorevole alla trattativa tra le parti, auspicando suggerimenti e proposte da parte di chiunque ne possieda informazioni utili.

La Regione ha espresso forte disappunto per l’azione della Filctem, accusata di strumentalizzare la situazione dei lavoratori in cassa integrazione, comunicando un messaggio di disinteresse istituzionale.
Gli assessori sottolineano un impegno silenzioso, volto a trovare soluzioni concrete, contrariamente a quanto suggerirebbero slogan e polemiche.
Vengono citati esempi di misure attivate, tra cui il sostegno economico attraverso ammortizzatori sociali, un progetto di riqualificazione professionale seguito all’interesse (poi desisto) del Gruppo Roncadin, politiche per l’aggiornamento delle competenze e l’eventuale assunzione di personale in Cigs, e l’intensa ricerca di un acquirente in grado di rilevare l’azienda.

Anche i sindacati Femca Cisl, Fesica Confsal e Uiltec condividono l’importanza dell’unità d’intenti, contrastando l’immagine di inazione e ribadendo la priorità della tutela dei lavoratori.
Si ricorda che, formalmente, i dipendenti rimangono in forza all’azienda e beneficiari di ammortizzatori sociali fino al 30 settembre.

La Filctem-Cgil, attraverso il suo segretario generale Fabrizio Zacchigna, attribuisce la responsabilità della crisi all’azienda, sottolineando la mancanza di progressi significativi nell’ultimo anno e fissando il 28 agosto come termine ultimo per l’eventuale impugnazione del licenziamento collettivo.

Si afferma il diritto dei lavoratori di esprimere preoccupazione e si ribadisce l’obiettivo di una riqualificazione del sito produttivo e del reinserimento professionale del personale, escludendo l’intenzione di denunciare le istituzioni.

La vicenda Tirso si pone quindi come banco di prova per un modello di governance territoriale improntato alla collaborazione, ma anche come terreno di conflitto tra esigenze di tutela dei lavoratori e imperativi economici.

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