L’aria intorno al Palazzo di Giustizia di Trieste era densa di una tensione palpabile, un preludio all’udienza di incidente probatorio che avrebbe dovuto fare luce su uno dei casi più sconvolgenti e complessi della cronaca recente: la tragica scomparsa di Liliana Resinovich. Sebastiano Visintin, marito della scomparsa, si è presentato all’appuntamento legale in un contesto di profondo dolore e apparente solitudine, incontrando fuori dalla struttura giudiziaria Claudio Sterpin, figura chiave nella vicenda e testimone designato per la giornata.L’incontro, apparentemente casuale, nei pressi di un bar, si è rivelato un momento di intenso conflitto emotivo. Visintin, con un tono che oscillava tra la supplica e la richiesta di comprensione, ha rivolto a Sterpin una breve e sentita esortazione: un appello al rispetto per la memoria di Liliana, una richiesta disperata di dignità in un momento di profondo lutto. La risposta di Sterpin è stata un silenzio assoluto, una prosecuzione impassibile verso l’ingresso del tribunale, un gesto che ha amplificato la sensazione di incomunicabilità e di distanza tra le due figure.Successivamente, i due uomini si sono ritrovati nei corridoi del tribunale, in un contesto ancora più formale e carico di implicazioni legali. Sterpin, già in attesa, ha osservato l’arrivo di Visintin, accompagnato dai suoi avvocati, Alice e Paolo Bevilacqua, un entourage che suggeriva la delicatezza e la complessità della posizione del marito di Liliana. Visintin, mantenendo un profilo basso, si è accomodato a distanza, immerso in un silenzio che pareva riflettere il peso delle accuse e il dolore per la perdita della moglie. L’assoluta risolutezza dei legali, che hanno declinato ogni forma di dichiarazione prima dell’inizio dell’udienza, ha contribuito a creare un’atmosfera di mistero e di riservatezza.L’udienza di incidente probatorio si preannunciava cruciale per ricostruire gli eventi che hanno portato alla scomparsa di Liliana, e per chiarire il ruolo e le responsabilità di ciascuno dei soggetti coinvolti. La presenza di Sterpin, con la sua testimonianza potenzialmente determinante, e quella di Visintin, accusato di omicidio e privato della sua libertà, rappresentava un intreccio di destini segnati da un dolore profondo e da un futuro incerto. La ricerca della verità, in questo contesto, si configurava come un percorso arduo, costellato di interrogativi e di emozioni contrastanti.
Tragedia Resinovich: Scontro a Trieste, appello e silenzio.
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