La comunità triestina è scossa dalla scoperta del corpo di Nicola Granieri, settantatreenne deceduto nella sua abitazione nel rione San Luigi.
La tragica vicenda, emersa giovedì pomeriggio, ha immediatamente dato il via a un’indagine complessa e delicata, condotta dalla Squadra Mobile della Questura triestina sotto la direzione della Procura locale.
L’anziano, figura presumibilmente radicata nel tessuto sociale del quartiere, è stato rinvenuto con una ferita da arma da fuoco alla testa, una lesione che, secondo le prime indicazioni fornite dall’autopsia eseguita dalla medico legale Raffaella Vetrini dell’Istituto di Medicina Legale di Trieste, risulta presumibilmente determinante per il decesso.
Le indagini si concentrano ora sulla ricostruzione degli eventi che hanno portato alla morte di Granieri, con un’attenzione particolare alla possibile matrice criminale.
L’appartamento, teatro della tragedia, presentava segni di un’apparente perquisizione: cassetti disordinati e ante di armadi aperte, elementi che suggeriscono un possibile furto andato male.
La presenza di una somma ingente di denaro rinvenuta all’interno dell’abitazione, tuttavia, introduce una dinamica più articolata, sollevando interrogativi sulla possibile finalità della perquisizione e sulla potenziale connessione con l’attività commerciale dell’anziano.
Nicola Granieri, come emerso dalle prime ricostruzioni, era un commerciante di oro, un settore spesso associato a flussi finanziari complessi e, in alcuni casi, a dinamiche illegali.
Questa specifica attività professionale potrebbe averlo esposto a rischi o lo avrebbe potuto rendere un bersaglio per soggetti interessati al possesso di ingenti somme di denaro o di beni preziosi.
La polizia sta esaminando con meticolosità le immagini di videosorveglianza provenienti da impianti pubblici e privati dislocati nelle vicinanze di via Machlig, la strada in cui si trovava l’abitazione dell’anziano, nella speranza di individuare elementi utili a identificare eventuali sospetti o a ricostruire gli spostamenti di persone coinvolte.
Sono state raccolte testimonianze da vicini di casa e parenti, con l’obiettivo di delineare un quadro più preciso della vita quotidiana di Granieri, delle sue relazioni e di eventuali situazioni di potenziale conflitto o minaccia.
L’intervento dei tecnici della polizia scientifica di Padova ha contribuito a preservare e analizzare tracce biologiche e materiali rilevanti per l’indagine, nella speranza di ottenere ulteriori elementi di prova.
La segretezza che avvolge le indagini testimonia la delicatezza del caso e la volontà delle autorità di evitare che fuggenti informazioni possano compromettere l’esito delle operazioni in corso.






