Nell’ambito di un’intensificata attività di controllo del territorio, i finanzieri del Gruppo di Trieste, con sede nella stazione navale, hanno condotto un’ispezione approfondita su una superficie di circa 1.
637 metri quadri di aree demaniali marittime, localizzate nel Punto Franco Nuovo del porto di Trieste.
Queste porzioni di territorio, concesse in uso a diverse imprese commerciali prevalentemente attive nel settore della logistica e della movimentazione merci, sono state oggetto di un’analisi meticolosa tra gennaio e giugno del 2025.
L’indagine, volta a verificare la corretta applicazione della normativa tributaria in relazione agli immobili demaniali, ha rilevato significative irregolarità fiscali in 12 società.
Le violazioni riscontrate riguardano principalmente l’omissione nella presentazione delle dichiarazioni catastali, un adempimento essenziale per la determinazione della base imponibile, e della relativa imposta municipale propria (IMU).
Parallelamente, si è constata l’evasione dell’imposta locale immobiliare autonoma (ILIA), un tributo di natura locale che grava sulla proprietà immobiliare.
L’evasione accertata ha comportato una perdita di gettito fiscale stimata in circa 35.
000 euro, una cifra significativa che incide direttamente sulle risorse disponibili per finanziare servizi pubblici e infrastrutture a vantaggio della collettività.
La manchevolezza nel pagamento di tali imposte, oltre a rappresentare un danno economico all’erario, costituisce una violazione dei principi di equità e solidarietà fiscale.
L’azione di controllo, tuttavia, non si è limitata al recupero delle imposte evase.
Le sanzioni amministrative e gli interessi moratori derivanti dalle irregolarità riscontrate hanno contribuito a incrementare l’introito finanziario a favore degli enti locali, amplificando l’effetto positivo dell’intervento dei finanzieri.
Quest’operazione si colloca all’interno di una più ampia strategia di contrasto alla criminalità economico-finanziaria che coinvolge l’intera regione costiera.
La Guardia di Finanza, in questo contesto, assume un ruolo di sentinella, vigilando sulla corretta applicazione delle leggi e proteggendo gli interessi finanziari dello Stato e degli enti territoriali.
Il porto di Trieste, in virtù della sua rilevanza strategica e del significativo flusso di merci e capitali che lo attraversa, rappresenta un ambito particolarmente sensibile, richiedendo un monitoraggio costante e proattivo per prevenire e reprimere comportamenti illeciti.
L’impegno del Corpo si configura come un presidio fondamentale per garantire la legalità e la trasparenza nel complesso sistema economico-portuale, assicurando che il vantaggio competitivo derivi da una sana e leale competizione, e non da pratiche evasive o fraudolente.