giovedì 2 Ottobre 2025
9.7 C
Trieste

Trieste in Piazza: Rabbia, Solidarietà e Protesta per la Palestina

La rabbia e la solidarietà si sono riversate nel cuore di Trieste, in una risposta immediata e sentita all’azione militare israeliana contro la Flotilla, simbolo di un impegno umanitario interrotto con violenza.

L’eco delle notizie provenienti da acque internazionali ha mobilitato centinaia di persone in piazza della Borsa, trasformando un semplice presidio in un’assemblea popolare, un crogiolo di voci che denunciano un conflitto protratto e una complicità silenziosa.

Le parole, amplificate dai megafoni, non si limitavano a condannare l’evento specifico.

Erano un grido di allarme rivolto alle istituzioni, un monito per il governo italiano, la Regione Friuli Venezia Giulia e l’amministrazione comunale di Trieste, affinché interrompano ogni forma di sostegno, esplicito o implicito, a uno stato accusato di pratiche che ricordano le più oscure pagine della storia umana: il genocidio e l’apartheid.
La manifestazione, nata spontaneamente in risposta all’azione militare, ha assunto un significato più ampio, una presa di posizione netta a favore del popolo palestinese, vittima di un conflitto che si trascina da decenni.

Non si trattava di un evento isolato, ma di un segnale che segna l’inizio di una lotta più ampia, un impegno a difendere i diritti fondamentali di un popolo.
Le bandiere palestinesi sventolavano, si intrecciavano ai cori e agli interventi, creando un’atmosfera di partecipazione e di condivisione.
L’assemblea ha poi preso la forma di un corteo che ha attraversato le vie del centro cittadino, portando il messaggio di solidarietà e di protesta in ogni angolo della città.

La risposta dei triestini non si esaurisce con questo primo atto di mobilitazione.
Un nuovo incontro è già in programma per il pomeriggio di domani, sempre in piazza della Borsa, per continuare a sollevare la questione palestinese, per amplificare le voci che chiedono giustizia, per esercitare pressione sulle istituzioni e per contribuire a costruire un futuro di pace e di equità nel Medio Oriente.

Si tratta di una battaglia che va oltre i confini geografici, una questione di diritti umani fondamentali e di responsabilità morale collettiva.

La solidarietà verso il popolo palestinese si configura, quindi, come un imperativo etico e un segno di speranza per un mondo più giusto.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -