sabato 4 Ottobre 2025
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Trieste

Trieste ricorda Demenego e Rotta: omaggio e dolore a distanza di anni.

Nel cuore di Trieste, un omaggio solenne e commovente ha ripercorso il tempo che separa il 4 ottobre 2019 dalla memoria collettiva.

La deposizione di una corona d’alloro, posata con profonda riverenza nel famedio della Questura, ha sancito il ricordo di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, due agenti di Polizia di Stato caduti nell’esercizio del loro dovere, vittime di una tragedia che ha scosso profondamente la città.
A rappresentare il Capo della Polizia, il Prefetto Giuseppe Petronzi e il Questore Lilia Fredella hanno espresso il cordoglio e la gratitudine delle istituzioni, sottolineando il valore imprescindibile del sacrificio di questi servitori dello Stato.

La cerimonia, arricchita da un intenso momento di riflessione, ha visto l’inaugurazione di un’opera pittorica di Barbara Battistella Vitulli, vedova dell’ispettore capo Luigi Vitulli.
Il dipinto, un’elegante e toccante rappresentazione di tutti i caduti della Polizia di Stato triestina, si configura non solo come un omaggio alla memoria, ma anche come un simbolo di continuità e di dedizione al servizio pubblico.

Preceduta da una Messa nella chiesa della Beata Vergine del Soccorso, celebrata dal cappellano della Polizia, don Paolo Rakic, la cerimonia ha accentuato il carattere spirituale e di profonda partecipazione.
La tragedia, che ha visto la perdita di due figure professionali esemplari, ha generato un’ondata di solidarietà e di vicinanza da parte dell’intera comunità triestina.

Come evidenziato da una nota della Questura, la città si è immediatamente stretta attorno alla famiglia della Polizia di Stato, manifestando un affetto palpabile e un sostegno concreto.
I nomi di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta sono diventati, nel linguaggio popolare, “Figli delle stelle,” un appellativo che trasmette un senso di perdizione e di sacralità, elevandoli a simboli di un’eroismo silenzioso e quotidiano.
L’evento che ha portato alla loro perdita è stato tragicamente innescato dalle azioni di Alejandro Augusto Stefan Meran, cittadino colombiano affetto da gravi disturbi psichiatrici.

L’uomo, in stato di fermo per un furto, aveva aperto il fuoco all’interno della Questura, scatenando la drammatica sequenza di eventi che ha spezzato la loro giovane esistenza.
La valutazione psichiatrica successiva ha portato alla sua dichiarazione di non imputabilità, con l’applicazione della misura di sicurezza detentiva del ricovero in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, con una durata minima stabilita a trent’anni.
Questa decisione, pur rappresentando un atto di giustizia, non ha cancellato il dolore e la rabbia che hanno permeato la comunità, sollevando interrogativi complessi sul delicato equilibrio tra salute mentale, sicurezza pubblica e responsabilità individuale.
Il ricordo di Matteo Demenego e Pierluigi Rotta, custodito con cura dalla città di Trieste e dalle istituzioni, rappresenta un monito costante sull’importanza della prevenzione, della formazione e del supporto psicologico, ma soprattutto, un tributo alla dedizione e al sacrificio di coloro che, ogni giorno, si impegnano a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico, spesso a costo della propria vita.

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