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mercoledì 12 Novembre 2025

Trieste: Sciopero Generale e Protesta per Gaza, Il Porto Ferma

Oggi, il Varco 4 del porto di Trieste si è trasformato in un palcoscenico di profonda protesta, con una folla stimata di almeno tremila persone a testimoniare la forza di un movimento che si fa eco alle sofferenze di Gaza.

L’iniziativa, nata dall’appello dei portuali genovesi, figure simbolo di resistenza contro la complicità nelle guerre e nei massacri, si è rapidamente estesa in tutta Italia, coinvolgendo porti, stabilimenti industriali, trasporti, scuole e servizi essenziali in uno sciopero generale pro Palestina.

L’aria vibra di slogan potenti, come quello imponente che campeggia sui cartelli: “Sciopero generale, fermiamo l’orrore a Gaza, blocchiamo tutto”.
Bandiere palestinesi e arcobaleni di speranza si agitano nel vento, simboleggiando un’aspirazione alla giustizia e alla pace in un mondo dilaniato dal conflitto.

Il corteo, in formazione, si appresta ora a muoversi per le vie della città, portando con sé il peso della responsabilità collettiva.

La scelta di Trieste, città di confine e cruciale snodo commerciale, non è casuale.

I sindacati Usb sottolineano come una realtà strategica di questo tipo non possa rimanere silente di fronte alla sofferenza umana.

La sospensione dell’attività portuale si configura come un atto di disobbedienza civile mirato a interrompere le catene economiche che alimentano la guerra e aggravano le disuguaglianze sociali.

Il porto di Trieste, spesso ignorato nell’analisi dei flussi commerciali globali, si rivela essere un anello cruciale nella rete di traffici internazionali verso Israele.
Trattative opache e collegamenti strategici hanno trasformato questo nodo logistico in un punto di passaggio privilegiato per il commercio marittimo, contribuendo indirettamente a sostenere lo Stato israeliano e a perpetuare il conflitto.

Questa connessione, spesso occultata dietro la facciata del progresso economico, viene ora portata alla luce dalla mobilitazione, esigendo trasparenza e responsabilità.
La protesta di Trieste non è solo una reazione all’emergenza umanitaria in Palestina, ma anche un atto di consapevolezza e di impegno verso un futuro più equo e sostenibile.
Si tratta di una rivendicazione di valori fondamentali come la dignità umana, la solidarietà e la giustizia sociale, un invito a rompere le catene dell’indifferenza e a costruire un mondo in cui la pace possa finalmente prevalere sulla violenza.

La voce di Trieste si alza, forte e determinata, per dire basta alla complicità e per chiedere un cambiamento radicale.

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