lunedì 22 Settembre 2025
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Tursiope intrappolato a Trieste: preoccupazione e indagini in corso

La scoperta di un tursiope, o delfino comune, intrappolato sotto un pontile a Sacchetta, in prossimità delle Rive di Trieste, ha destato profonda preoccupazione tra gli ambientalisti e i ricercatori locali.
Il ritrovamento, segnalato tempestivamente da un cittadino, Domenico Smeriglio, tramite documentazione fotografica, ha immediatamente allertato l’Area Marina Protetta di Miramare, sottolineando la vulnerabilità degli ecosistemi costieri e la necessità di monitoraggio continuo.
L’evento solleva interrogativi cruciali riguardo alla salute della popolazione di tursiopi che frequenta il Golfo di Trieste, un’area strategica per la migrazione e l’alimentazione di questi cetacei.
Le prime valutazioni degli esperti suggeriscono due possibili scenari: potrebbe trattarsi dello stesso esemplare avvistato vivo pochi giorni prima nella Sacchetta, oppure della carcassa di un tursiope segnalato precedentemente in mare aperto, a dimostrazione della potenziale dispersione delle cause di mortalità.

Imminente è l’intervento di prelievo, pianificato per il pomeriggio, condotto da ricercatori dell’Area Marina Protetta.
Successivamente, i veterinari del Cetacean strandings Emergency Response Team dell’Università di Padova interverranno per il recupero definitivo della carcassa, con l’obiettivo di condurre un’indagine necroscopica approfondita.
L’analisi del campione di pinna, un tessuto ricco di informazioni genetiche, si rivelerà fondamentale per stabilire l’identità precisa dell’esemplare, permettendo di accertare se si tratti del delfino precedentemente avvistato o di un individuo diverso.
Questa identificazione potrebbe fornire indizi preziosi sulla sua storia di vita, le rotte migratorie seguite e, potenzialmente, l’esposizione a fattori ambientali o antropici.
La necroscopia, eseguita su un esemplare in fase iniziale di decomposizione, è cruciale per determinare la causa del decesso.

Si cercheranno segni di malattia, lesioni traumatiche, ingestione di plastica o altre sostanze inquinanti, o effetti di variazioni ambientali come l’inquinamento acustico o l’aumento della temperatura dell’acqua.

I risultati di questa analisi saranno fondamentali non solo per comprendere le cause specifiche di questo evento, ma anche per sviluppare strategie di conservazione più efficaci a tutela della popolazione di tursiopi del Golfo di Trieste e di tutti gli ecosistemi marini adriatici.
La collaborazione tra ricerca scientifica, enti locali e comunità è essenziale per affrontare le sfide che minacciano la sopravvivenza di questi magnifici animali.

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