Un’onda di mobilitazione popolare si è riversata nelle vie di Udine, testimoniando una crescente insofferenza verso le politiche economiche e sociali attuali.
Circa 1.700 persone, secondo le stime della questura, si sono riunite in piazza Venerio sotto la guida della CGIL, esprimendo un’urgente richiesta di cambiamento e di una nuova direzione per la politica nazionale.
La manifestazione, un potente segnale di dissenso, si configura come un’espressione concreta di un’agenda sociale alternativa, volta a tutelare il benessere dei cittadini e a rispondere alle pressanti necessità del Paese.
Dal palco allestito, Michele Piga, segretario generale della CGIL FVG, ha denunciato una finanziaria inadeguata, incapace di garantire risposte concrete nel settore della salute, un servizio vitale per una società caratterizzata da un progressivo invecchiamento della popolazione.
L’amara constatazione è che il Governo, perseguendo una linea improntata all’austerità e, paradossalmente, ad un riarmo, sta gravando in modo sproporzionato sulle spalle di chi, quotidianamente, si impegna per ottenere un salario equo.
La partecipazione massiccia alla manifestazione, replicata in altre città italiane, dimostra una diffusa consapevolezza e una volontà condivisa di opporsi a politiche percepite come dannose per il tessuto sociale ed economico.
I manifestanti hanno espresso forte preoccupazione per una politica che sembra orientata esclusivamente verso logiche di economia di guerra, attraverso misure di austerity che hanno portato a tagli significativi e aumenti fiscali per lavoratori e pensionati.
La contraddizione, sottolineata da Piga, risiede nel rifiuto da parte del governo di introdurre una patrimoniale sui redditi più alti, pur applicando misure restrittive a chi evade le tasse.
Questo approccio, unito alla progressiva erosione dei servizi essenziali come la sanità e l’istruzione, alimenta un senso di frustrazione e di precarietà.
L’urgente necessità di incrementare il numero di medici e infermieri, anziché investire in risorse militari, è stata al centro delle rivendicazioni.
Il dibattito sulla riforma delle pensioni, con l’obiettivo di posticipare l’età pensionabile a 70 anni, è stato affrontato con critiche severe.
Si è sottolineato come la crisi demografica richieda risposte strutturali e politiche di sostegno alla famiglia, piuttosto che incentivi che spingano le donne ad abbandonare il lavoro e a dedicarsi esclusivamente alla cura dei figli.
Questa visione riflette una consapevolezza critica verso modelli sociali obsoleti e una richiesta di politiche inclusive e orientate al futuro.
La manifestazione, pur animata da un forte spirito di protesta, è stata interrotta da un grave malore accusato da un partecipante, evidenziando la fragilità e la vulnerabilità delle persone coinvolte in movimenti di questo tipo.
L’episodio ha contribuito a focalizzare l’attenzione sulle condizioni di salute e di sicurezza dei manifestanti, ricordando l’importanza di un supporto medico adeguato durante le manifestazioni pubbliche.
L’evento si configura come un campanello d’allarme, esortando la classe politica ad ascoltare le voci del popolo e a rispondere con politiche concrete e sostenibili, capaci di garantire un futuro dignitoso per tutti i cittadini.






