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lunedì 3 Novembre 2025

Udine, serata di violenza: giornalista ferita tra i manifestanti.

La cronaca degli eventi di ieri sera a Udine si configura come un’inquietante frattura tra il diritto alla manifestazione pacifica e la violenza insensata.
Elisa Dossi, inviata di Rainews, descrive con lucidità un’escalation di eventi che hanno trasformato una protesta pro Pal in un episodio di grave allarme sociale, culminato con feriti tra i manifestanti, le forze dell’ordine e, con particolare amarezza, tra i giornalisti impegnati a documentare la situazione.

L’atmosfera iniziale, racconta Dossi, era quella di una partecipazione civile, contraddistinta dalla presenza di figure emblematiche come un ex sindaco novantenne, testimone diretto della ricostruzione post-terremoto e simbolo di un legame profondo con la comunità.

Questa immagine di pacifica convivenza è stata bruscamente interrotta dalla dislocazione di una frangia radicale, la quale, con dinamiche ancora da chiarire, ha deciso di sfidare apertamente l’autorità.

La frattura si è manifestata con una progressiva escalation di azioni violente.
L’utilizzo di petardi e fumogeni ha innescato la risposta delle forze dell’ordine, con l’impiego dell’idrante, un elemento che ha ulteriormente inasprito il clima e creato una sensazione di oppressione.
La scelta di Dossi e del suo operatore, insieme ad altri colleghi, di posizionarsi dietro le linee di contenimento, denota il desiderio di mantenere una posizione di osservazione imparziale, preservando l’integrità del racconto giornalistico.

L’atto di violenza che ha portato alla conseguente dispersione della protesta, ha assunto i tratti di un vero e proprio assalto.
L’utilizzo di oggetti contundenti come rami, pezzi di albero e, soprattutto, sassi di dimensioni ingenti, ha trasformato la piazza in un campo di battaglia.
L’ematoma alla gamba di Dossi, sebbene non abbia comportato fratture, è una ferita tangibile che simboleggia la pericolosità di un clima di tensione e rabbia incontrollata.
Il ferimento dell’operatore Davide Albini Bevilacqua, con una lesione al viso, e del carabiniere, colpito alla tempia, sottolinea la gravità delle azioni violente, che non hanno risparmiato coloro che erano lì per garantire l’ordine pubblico e informare la cittadinanza.

La necessità di cercare riparo e l’intervento dell’ambulanza per il trasporto in pronto soccorso, testimoniano un momento di grande difficoltà e la consapevolezza della precarietà della situazione.
L’episodio solleva interrogativi profondi sul ruolo della violenza nella protesta sociale, sulla gestione delle manifestazioni e sulla protezione dei giornalisti, che svolgono un servizio essenziale per la democrazia, documentando eventi e garantendo la trasparenza dell’informazione.
La ricostruzione di Dossi è un appello alla responsabilità, un monito contro l’uso della violenza e una riaffermazione del valore imprescindibile del diritto all’informazione e alla libera espressione.

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