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Trieste

Vandalismo al presidio memoria: Trieste risponde, la lotta continua.

Il 23 agosto 2025, un atto di violenza ha colpito il presidio permanente dedicato alla memoria delle vittime di femminicidio, transcidio, lesbicidio: il filo che recava i nomi, il tessuto stesso di quella memoria collettiva, è stato brutalmente interrotto.

Un gesto che non mira solo a cancellare nomi, ma a silenziar la denuncia, a disarticolare una testimonianza nata nel 2021 come baluardo contro la persistenza di un sistema patriarcale radicato, un sistema che continua a decidere, con la violenza, chi può vivere e chi no.
La notizia ha immediatamente generato una risposta vibrante.
Ci siamo riversate in piazza Hortis, accomunate dalla rabbia e dalla necessità impellente di agire.
Non ci siamo limitate a lamentare la perdita, ma abbiamo scelto di ricostruire, di riparare, di riaffermare la sacralità di quel luogo di ricordo.
La cura che abbiamo offerto al presidio non è stata un atto isolato, ma un simbolo: la cura collettiva, necessaria per lenire le ferite di una comunità lacerata, per proteggere i corpi, per difendere le vite.
Questo gesto vandalico non è un evento isolato, ma un sintomo allarmante.
Riflette la persistente ostilità verso le istanze di cambiamento, la paura di un mondo più equo, la difficoltà ad accettare una società che mette al centro la dignità e la sicurezza di tutte e tutti.

Il silenzio, in questi casi, non è un’opzione.
Il silenzio è complice.
Siamo il grido, un’eco amplificata, che porta con sé le voci di coloro che sono stati privati del diritto di parlare, di essere ascoltati, di vivere.

Siamo l’espressione tangibile del movimento “Non Una Di Meno”, un collettivo di donne, trans, lesbiche, e alleate, che da anni si batte per la fine della violenza di genere e per la costruzione di una cultura del rispetto e dell’uguaglianza.

La sezione di Trieste ha lanciato l’allarme, e noi abbiamo risposto, perché la memoria non si lascia cancellare, la dignità non si piega, e la lotta continua.
Questo atto di vandalismo non ci dissuaderà, anzi, rafforzerà la nostra determinazione a non cedere di fronte all’odio e alla violenza.

Ricostruiremo, resisteremo, continueremo a denunciare, perché la memoria delle vittime è un impegno costante, un monito per il futuro, una promessa di cambiamento.

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