mercoledì 3 Settembre 2025
17.5 C
Trieste

Via della Seta del Cotone: Nuova Alleanza Geopolitica Sfidante

L’emergere della “Via della Seta del Cotone” – un’iniziativa infrastrutturale e commerciale che coinvolge India, Cina e Russia – rappresenta una trasformazione strategica nel panorama geopolitico globale, alimentata da dinamiche complesse e spesso contraddittorie.
Lungi dall’essere una semplice convenzione commerciale, questa via segna una ridefinizione delle alleanze e delle influenze, con implicazioni profonde per l’ordine mondiale post-guerra fredda.
La nascita di questa nuova configurazione non è casuale.

È il prodotto di una convergenza di fattori, tra cui le politiche commerciali protezionistiche attuate dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, che hanno destabilizzato le catene di approvvigionamento globali e spinto i paesi a cercare alternative.

Un vuoto di leadership in Europa, caratterizzato da una mancanza di visione strategica a lungo termine e da una riluttanza ad assumere posizioni ferme su questioni cruciali, ha ulteriormente accelerato questo processo.
Il risultato è la creazione di una partnership di fatto tra Cina, Russia e altri paesi, tra cui Iran e Corea del Nord, che si pone come un potenziale contendente al predominio economico e politico consolidato.

Questa alleanza non si limita alla sfera economica; implica anche una cooperazione in ambiti militari e tecnologici, creando un blocco di potere che sfida l’egemonia occidentale.

Le conseguenze di questa evoluzione sono tutt’altro che marginali.
La debolezza delle strategie economiche occidentali, spesso ridotte a ricatti e spettacolarizzazioni prive di sostanza, ha esposto la fragilità di un sistema globale che si pensava invincibile.

L’incapacità di anticipare e gestire le sfide poste dall’ascesa della Cina e dalla rivitalizzazione della Russia ha minato la credibilità e l’efficacia delle istituzioni occidentali.
Anche l’Italia, sotto la leadership di Giorgia Meloni, non è stata esente da critiche.
La sua presunta assenza di una politica estera proattiva e la sua difficoltà ad affermare gli interessi nazionali in un contesto internazionale sempre più complesso hanno contribuito a marginalizzare il ruolo dell’Italia nello scenario globale.
Questa posizione di irrilevanza strategica rischia di compromettere la capacità del paese di influenzare gli eventi e di tutelare i propri interessi.
L’analisi della segretaria della Commissione Politiche UE del Senato, Tatjana Rojc, a seguito del vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) a Tianjin, evidenzia la necessità di una profonda riflessione sulle dinamiche geopolitiche in atto.
È imperativo abbandonare approcci corti e opportunistici, e sviluppare una visione strategica che tenga conto delle sfide a lungo termine poste dall’ascesa di nuovi centri di potere.
L’Europa, in particolare, deve recuperare la propria capacità di agire con coerenza e determinazione, rafforzando la propria unità e definendo un ruolo attivo nella costruzione di un ordine mondiale più equilibrato e sostenibile.

Il silenzio e l’inerzia non sono più un’opzione.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -