“Fedeli d’amore”, un’immersione nella complessa relazione tra Carlo Michelstaedter ed Enrico Mreule, ha debuttato in un contesto scenico suggestivo: l’imponente hangar Amedeo Duca d’Aosta all’aeroporto di Gorizia, temporaneamente riconvertito in un teatro di luci e silenzi.
L’opera, firmata dal compositore Giorgio Battistelli e dal librettista Arnaldo Colasanti su commissione del Teatro Verdi di Trieste, si presenta come un tentativo di rileggere una pagina cruciale della storia intellettuale europea, intrecciandola agli eventi che celebrano GO! 2025 Nova Gorica Gorizia European Capital of Culture.
L’ispirazione si attinge profondamente dalle opere di Claudio Magris, in particolare dal suo romanzo di esordio, *Un altro mare*, un racconto di viaggio che trascende la mera cronaca per diventare un’indagine sulla memoria, l’identità e il significato dell’amicizia.
Il legame tra Michaelstaedter, giovane e tormentato filosofo, e Mreule, figura più solida e ancorata alla realtà, si rivela così non solo come una storia di affetti giovanili, ma come un microcosmo di tensioni ideologiche e personali che segnano un’epoca.
La scelta di ambientare la performance in un hangar, spazio industriale e simbolico di transito e di sospensione, sottolinea la natura effimera e fragile dell’esperienza umana.
Il pubblico, disposto a terra, si fa partecipe di un’azione che lo circonda, dissolvendo le distanze convenzionali tra palco e platea.
La fine, con l’apertura delle paratie dell’hangar e l’irruzione della luce naturale, evoca l’immagine del suicidio di Michaelstaedter, non come un evento tragico e definitivo, ma come un atto di liberazione, un passaggio verso un’altra dimensione.
L’opera, dunque, si configura come una riflessione sulla condizione dell’artista, sulla sua ricerca di senso in un mondo frammentato e sulla necessità di trovare conforto e comprensione nell’amicizia.
È un invito a esplorare le profondità dell’animo umano, a confrontarsi con le ombre del passato e a riconoscere la bellezza e la forza della luce, anche quando essa sembra lontana e irraggiungibile.
L’utilizzo di elementi visivi e sonori, uniti a una regia innovativa, mira a creare un’esperienza immersiva e coinvolgente, capace di risuonare a lungo nell’immaginario dello spettatore, offrendo una chiave di lettura originale e commovente di un capitolo fondamentale della cultura europea.