L’incertezza geopolitica, alimentata dalle recenti dichiarazioni di Donald Trump, pone l’Europa di fronte a una sfida esistenziale: come garantire la propria sicurezza e preservare i valori fondanti della sua identità in un contesto internazionale in rapida evoluzione e potenzialmente ostile? Questa domanda, sollevata con acume dal giornalista Ezio Mauro, apre un dibattito cruciale sul futuro del continente e sulla necessità di una maggiore coesione e autonomia strategica.La prospettiva di un ritiro americano dalla protezione del “paravento” della difesa transatlantica espone l’Europa a rischi concreti, soprattutto in relazione all’aggressività revisionista di Vladimir Putin. La possibilità che la Russia, incoraggiata da un vuoto di potere, riaffermi pretese territoriali, in particolare nei confronti dei Paesi baltici, non è più mera speculazione teorica, ma un’inquietudine palpabile.È auspicabile, in questo scenario, l’emergere di un “avanguardia” europea, un nucleo di nazioni guidate da figure politiche come Starmer, Merz, Macron e Tusk, capaci di intraprendere una politica di difesa comune più ambiziosa e incisiva. Questo gruppo, animato da una visione condivisa e disposto a prendere iniziative coraggiose, potrebbe fungere da catalizzatore per una maggiore integrazione europea in materia di sicurezza e difesa.Tuttavia, la mera esistenza di una forza militare non è sufficiente a garantire la sopravvivenza di un modello politico. La democrazia, fondata sui diritti umani, sullo stato di diritto e sulla libertà di espressione, non è un dato scontato e non si auto-perpetua. Essa è costantemente minacciata da forze interne ed esterne, da regimi autoritari che propongono modelli alternativi di governance, come le cosiddette “democrazie illiberali” o le “democrazie autoritarie”, che sacrificano i principi fondamentali della libertà in nome di una presunta stabilità o efficienza. La difesa della democrazia autentica, quindi, diventa un compito attivo e continuo, che richiede vigilanza, impegno e un’educazione civica diffusa.L’approccio di Trump ai negoziati di pace nel conflitto russo-ucraino offre un esempio emblematico dei pericoli di una visione del mondo riduttiva e priva di principi etici. La sua incapacità di distinguere tra aggressore e vittima, la sua indifferenza verso le violazioni del diritto internazionale e la sua tendenza a basare le decisioni esclusivamente sui rapporti di forza, hanno contribuito a legittimare l’aggressività e a minare le fondamenta di un ordine internazionale basato su regole e valori condivisi. Questa visione pragmatica e amorale, in cui la forza fa la legge, rischia di inaugurare un’era di conflitto e di ingiustizia, in cui i diritti umani e il rispetto del diritto internazionale diventano merce di scambio.La domanda finale di Mauro, retorica ma profondamente sentita, risuona come un monito: siamo sicuri di voler lasciare ai nostri figli un mondo dominato dalla forza e dall’abuso di potere? La risposta, implicita nel suo appello all’unità europea e alla difesa dei valori democratici, è un deciso “no”. Il futuro dell’Europa, e forse del mondo intero, dipende dalla nostra capacità di rispondere a questa sfida con coraggio, determinazione e un profondo senso di responsabilità.
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