La cultura come motore di sviluppo civile e sociale: è il messaggio che risuona con l’assegnazione della sesta edizione del Premio letterario Friuli Venezia Giulia “Il racconto dei luoghi e del tempo” allo scrittore Giuseppe Lupo.
L’annuncio, siglato dal Presidente della Regione FVG, Massimiliano Fedriga, a Trieste, non è solo un riconoscimento individuale, ma un atto programmatico che ribadisce l’impegno regionale a investire nella cultura come pilastro fondamentale di una crescita che trascende la mera dimensione economica.
Il premio, nato per iniziativa della Regione FVG e promosso dalla Fondazione Pordenonelegge, si inserisce in un percorso prestigioso, che ha già visto protagonisti nomi illustri come Valerio Massimo Manfredi, Melania Mazzucco, Marco Balzano, Mariolina Venezia e Diego Marani, figure che hanno saputo interpretare e raccontare il territorio con profondità e originalità.
L’edizione 2024, in particolare, assume un significato ancora più ampio, proiettandosi verso Pordenone, Capitale Italiana della Cultura per il 2025.
Questo legame sottolinea un modello virtuoso, un’interazione feconda tra impresa e cultura, dove l’una alimenta l’altra, generando opportunità e arricchimenti reciproci.
Un esempio tangibile di come la creatività e l’innovazione possano prosperare in un contesto di collaborazione e condivisione di valori.
Giuseppe Lupo, autore di studi fondamentali sul rapporto tra letteratura e industria, con questo riconoscimento assume il ruolo di narratore ufficiale di “Laboratorio Pordenone”, un’opera editoriale che esplora un luogo emblematico, crocevia di sapere, produttività e sperimentazione.
Pubblicato da Italo Svevo Editore in concomitanza con la cerimonia di premiazione, in programma il 21 settembre nell’ambito della ventiseiesima edizione di pordenonelegge, il libro si propone di offrire uno sguardo inedito sulla trasformazione di un territorio.
Attraverso la lente del “Laboratorio”, Lupo ricostruisce la storia di una comunità laboriosa che, dagli anni Cinquanta, ha vissuto e testimoniato le profonde mutazioni economiche, sociologiche e antropologiche che hanno investito un mondo contadino in rapida transizione verso un modello industriale e artigianale.
L’analisi si fa poi più acuta nel descrivere l’evoluzione degli anni Ottanta e Novanta, quando Pordenone si rivela capace di un’originale sintesi: il mondo dell’impresa si fa promotore di iniziative culturali, consapevoli che il successo economico non è sufficiente a garantire il benessere di una comunità.
Quest’ultimo dipende, in ultima analisi, dalla capacità di raggiungere livelli più alti di civiltà culturale, di coltivare la curiosità intellettuale e di promuovere la condivisione di idee e valori.
L’opera di Lupo, dunque, non è solo un racconto storico, ma una riflessione profonda sul ruolo della cultura come fattore di sviluppo, un invito a ripensare il rapporto tra economia, società e identità territoriale, guardando al futuro con uno sguardo consapevole e innovativo.