Un velo di malinconia, ma anche di rinnovata energia intellettuale, ha avvolto il piccolo cimitero di Casarsa della Delizia, in provincia di Pordenone, per celebrare il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Pier Paolo Pasolini.
Un’occasione non solo commemorativa, ma di riflessione profonda sull’eredità del poeta, drammaturgo, sceneggiatore, scrittore e intellettuale che ha segnato profondamente il panorama culturale italiano del XX secolo.
A cinquanta anni dalla tragica morte, avvenuta il 2 novembre 1975 a Ostia, e dal successivo rito funebre che lo ha visto accolto nel sepolcro di famiglia a Casarsa, una comunità variegata – rappresentanti istituzionali, studiosi, estimatori, giovani – si è riunita per onorarne la memoria.
Il tributo, il primo di una serie di eventi dedicati, ha visto la partecipazione di numerosi sindaci della provincia, testimoniando l’impegno del neonato Distretto Culturale Pasolini a preservare e valorizzare il patrimonio pasoliniano.
Il momento più toccante è stato l’interpretazione, a cura dell’attore friulano Massimo Somaglino, dell’orazione funebre pronunciata da Padre David Maria Turoldo, un atto di pietà rivolto alla madre di Pasolini, Susanna Tamaro, un omaggio alla donna che ha visto crescere un figlio ribelle e geniale.
Il sindaco di Casarsa, Claudio Colussi, ha sottolineato la rilevanza della figura di Pasolini come paradigma di un impegno civile e intellettuale che richiede coraggio e sacrificio.
La ricerca della verità, ha affermato, è un percorso arduo, costellato di ostacoli e rischi, ma costituisce l’espressione più alta della dignità umana.
Marco Salvadori, presidente del Centro Studi Pasolini di Casarsa, ha evidenziato come la sua opera, lungi dall’essere relegata in un passato remoto, continui a risuonare con forza nel presente.
L’interesse dei giovani, in particolare, testimonia la capacità di Pasolini di ispirare nuove generazioni a interrogarsi criticamente sulla società contemporanea, a decostruire i miti dominanti, a dare voce agli emarginati e ai dimenticati.
La sua opera, che intreccia poesia, cinema, saggistica e teatro, si configura come un invito costante a guardare il mondo con occhi nuovi, a smascherare le ipocrisie, a denunciare le ingiustizie.
Il programma delle celebrazioni prevede ulteriori approfondimenti e incontri.
Stasera, nel teatro Arrigoni di San Vito al Tagliamento, si terrà un incontro con Edoardo Camurri, studioso di spicco della letteratura italiana.
Domani, un convegno internazionale di studi accoglierà un pubblico di 500 studenti, con ulteriori 20 classi collegate in streaming, per un confronto interdisciplinare sulle tematiche pasoliniane.
La serata conclusiva vedrà l’intervento di Roberto Vecchioni, cantautore e intellettuale, che analizzerà l’eredità viva di Pasolini, esplorando i suoi temi ricorrenti – la sacralità del corpo, la critica alla società dei consumi, la difesa dei valori autentici – e la loro risonanza nel contesto culturale odierno.
Queste iniziative mirano a perpetuare l’eco del pensiero pasoliniano, stimolando un dialogo aperto e critico che sappia illuminare il presente e orientare il futuro.







