giovedì 18 Settembre 2025
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Pordenonelegge: Ebadi e Mattarella, un appello alla libertà

L’edizione numero ventisei di Pordenonelegge, celebrazione annuale del libro e della libertà di pensiero, si è inaugurata sotto l’egida di Shirin Ebadi, insignita del Premio Nobel per la Pace.

L’apertura della festa, che si protrarrà fino al 21 settembre, ha assunto un significato profondo, proiettando la discussione sulla condizione del popolo iraniano e sulla sua aspirazione a un futuro di piena libertà, un futuro che, Ebadi si è detta fiduciosa, potrebbe concretizzarsi attraverso la persistenza delle proteste popolari e un riallineamento geopolitico globale.
La sua esortazione ha implicito un appello all’Europa, invitando a rompere i legami economici con il regime degli ayatollah, un segnale cruciale per esercitare una pressione reale e incoraggiare il cambiamento.

Il saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inquadrato l’evento all’interno di un contesto più ampio, sottolineando il valore imprescindibile della cultura come motore di crescita personale e collettiva, e la lettura come strumento fondamentale per lo sviluppo del pensiero critico e della comprensione del mondo.
Un video inaugurale, a sua volta, ha attinto all’eredità spirituale di Papa Leone, richiamando la sua visione di una pace che trascende le armi e le divisioni, una pace disarmante nella sua essenza.

Michelangelo Agrusti, presidente di Fondazione Pordenonelegge, ha delineato la natura stessa del festival, non come mero evento culturale, ma come un patto solenne, un impegno condiviso per la salvaguardia della parola e della libertà di espressione.
Anche il sindaco di Pordenone, Alessandro Basso, ha rimarcato il ruolo culturale sempre più significativo che la città sta assumendo, un percorso costellato di successi culminato nel prestigioso riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura 2027.

L’intervento del presidente della Regione Fvg, Massimiliano Fedriga, pur suscitando alcune contestazioni da parte del pubblico, ha affrontato la questione della libertà di espressione con un esempio drammatico: l’omicidio di Charlie Kirk, vittima della sua stessa voce.

La vicenda ha posto l’accento sulla fragilità della persona di fronte all’intolleranza e sulla necessità di tutelare, con fermezza, anche le idee che ci risultano sgradite o divergenti.
Fedriga ha auspicato un impegno costante nella difesa delle opinioni altrui, anche quando queste contrastano con le nostre, distinguendo così chi proclama la libertà a parole da chi la promuove concretamente attraverso la protezione del dissenso.
Il suo appello si è configurato come un monito a superare le barriere ideologiche e a celebrare la ricchezza del dibattito aperto, pilastro imprescindibile di una società libera e democratica.

L’evento, quindi, non si è limitato a una celebrazione della parola, ma si è rivelato un’occasione per riflettere sulla responsabilità che deriva dalla libertà e sull’importanza di difendere i valori che la fondano.

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