Nel cuore di un’epoca definita da sconvolgimenti geopolitici, dalla rapida evoluzione tecnologica e da un senso di incertezza palpabile, Pordenonelegge, la celebre festa del libro e della libertà, si ripropone come un faro, una cartografia emotiva e intellettuale per orientarsi nel complesso panorama contemporaneo.
La 26ª edizione, che si terrà dal 17 al 21 settembre, non si limita a celebrare la letteratura, ma ambisce a ricostruire un futuro fondato sulla parola, sul dialogo e sulla comprensione reciproca.
Michelangelo Agrusti, presidente della Fondazione Pordenonelegge, ha giustamente sottolineato il ruolo privilegiato degli scrittori: la capacità unica di raggiungere il nucleo profondo dell’animo umano, di sondare le angosce e le speranze che definiscono la nostra esistenza.
Quest’anno, la manifestazione proietta uno sguardo particolare sull’Europa, interrogandone il ruolo storico, le responsabilità attuali e le traiettorie future, con l’intento di superare barriere e creare connessioni attraverso la potenza dei libri.
La ricchezza della programmazione riflette la complessità del mondo.
Autori provenienti da aree di conflitto – Israeliani, Palestinesi, Ucraini, sfuggiti alle zone di guerra e Romanzieri Russi dissidenti – offrono prospettive uniche e testimonianze dirette, in un’occasione di confronto e di umanità.
L’apertura del festival con Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace e voce autorevole per i diritti umani, iraniana esule a Londra, ne è un esempio emblematico.
Affiancano Ebadi figure di spicco come l’egiziano Ala-Al-Aswani, la spagnola Clara Sanchez, l’ucraino Oleksii Nikitin, l’israeliano Roy Chen e l’italo-palestinese Alae Al Said, testimoni di realtà geografiche e culturali lontane, ma intrinsecamente connesse.
La letteratura italiana, con la partecipazione di figure di rilievo come Dacia Maraini, Melania Mazzucco, Mario Calabresi, Concita De Gregorio, Francesco Carofiglio e Nadia Terranova, si conferma pilastro fondamentale della rassegna.
I dialoghi, un’altra peculiarità di Pordenonelegge, stimolano riflessioni profonde: Mario Desiati e Marcello Fois affronteranno il significato narrativo della famiglia, mentre Marco Balzano e Pietro Spirito illumineranno la storia di Trieste, scavando nella sua identità più intima e segreta.
Guardando al futuro, il direttore artistico Gian Mario Villalta, insieme ai curatori Alberto Garlini e Valentina Gasparet, ha svelato le linee guida dell’edizione 2025, che si propone di rafforzare il legame con il territorio e le sue dinamiche produttive, trasformando Pordenone in una vera e propria città festival.
L’ambizione è coinvolgere un numero crescente di comuni e ampliare la partecipazione di protagonisti internazionali, creando un ecosistema culturale vibrante e inclusivo.
Un filo conduttore dell’edizione 2025 sarà l’esplorazione dell’intelligenza artificiale, un tema cruciale per il futuro della creatività e dell’umanità.
Alberto Romele e Davide Picca si interrogheranno sulle implicazioni dell’IA per gli scrittori e gli sceneggiatori, mentre un’innovativa installazione permetterà al pubblico di interagire direttamente con le opere di Dante e Shakespeare, aprendo nuove prospettive sulla letteratura classica e sul suo impatto sul presente.
Pordenonelegge si configura, dunque, non solo come festa del libro, ma come laboratorio di idee, spazio di incontro e di riflessione sul futuro che vogliamo costruire.