Trieste: La Scuola di Filosofia sfida l’urgenza e libera il pensiero.

La Scuola di Filosofia di Trieste, con l’edizione 2026 intitolata “Il respiro del pensiero”, si propone di affrontare una sfida cruciale per l’epoca contemporanea: liberare la cognizione dalle spire dell’urgenza continua e dalle dinamiche automatiche che ne limitano la capacità di esplorazione e comprensione.

Un imperativo, come sottolinea il psicanalista Mario Colucci, ispiratore e guida della Scuola, che va ben al di là di un semplice esercizio intellettuale, ma incide profondamente sul nostro modo di vivere e interagire con il mondo.
Durante un incontro pubblico tenutosi al Caffè San Marco, Colucci, insieme ai filosofi Alessandro Di Grazia, Giovanni Leghissa e Pier Aldo Rovatti, ha delineato lo scenario culturale e cognitivo che rende necessaria questa iniziativa.
Si tratta di un’epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di informazioni, da una pressione costante alla performance e da una progressiva frammentazione dell’attenzione, che soffocano la riflessione profonda e la capacità di creare connessioni significative tra i fenomeni.
La Scuola di Filosofia di Trieste, dunque, non si pone come un mero contenitore di lezioni accademiche, ma come uno spazio di ricerca attiva e condivisa, strutturato attorno a tre “cantieri” tematici e a tre laboratori pratici.
I cantieri, veri e propri nuclei di indagine, mirano a disarticolare i meccanismi che ostacolano il pensiero libero.

Il primo, “Pausa e ascolto”, indaga la necessità di creare momenti di sospensione dall’azione, di coltivare la capacità di prestare attenzione al silenzio e alle sottigliezze che sfuggono alla frenesia quotidiana.

In questo ambito, figure come Giovanni Leghissa e Marco Pacini si confronteranno con il ruolo dell’ascolto attivo come strumento di conoscenza.

Il secondo “Saperi che non pensano”, esplora le forme di conoscenza che trascendono il pensiero concettuale, che si manifestano attraverso l’esperienza diretta, l’intuizione, l’arte e la creatività.
Questo laboratorio, coordinato da Mario Colucci e Alessandro Di Grazia, si propone di riconoscere il valore di queste forme di sapere spesso marginalizzate dalla cultura dominante.
Infine, il terzo “Saturazione ed effrazione”, affronta la questione della sovraccarico cognitivo e del blocco del pensiero, proponendo strategie per “effrazione”, ovvero per scardinare gli schemi mentali consolidati e aprire nuove prospettive.
In questo contesto, interventi di Ida Dominijanni, Raoul Kirchmayr e Andrea Muni si concentreranno sulla decostruzione dei pregiudizi e sulla ricerca di soluzioni innovative.

I laboratori pratici, complementari ai cantieri, offriranno agli studenti l’opportunità di sperimentare in prima persona tecniche di rilassamento, meditazione, scrittura creativa e altre pratiche filosofiche che favoriscono la chiarezza mentale e la capacità di problem-solving. La Scuola si svolgerà ogni due weekend, sabato pomeriggio e domenica mattina, creando un ritmo che permette una profonda immersione nel tema proposto e un confronto continuo tra i partecipanti.

L’obiettivo ultimo è favorire un “respiro” rinnovato per il pensiero, un’apertura a nuove possibilità e un maggiore senso di significato nella vita.

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