L’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico ha sancito oggi un momento cruciale per il sistema industriale regionale e nazionale, ratificando la composizione del consiglio generale e confermando i collegi dei probiviri e dei revisori contabili.
L’occasione, presieduta da Michelangelo Agrusti, ha offerto una disamina approfondita delle dinamiche attuali, focalizzandosi sulle criticità che erodono la competitività delle imprese italiane, un fenomeno aggravato da fattori interni ed esterni.
Agrusti ha espresso con chiarezza la necessità di una revisione urgente delle politiche energetiche, evidenziando come l’attuale costo dell’energia rappresenti un freno allo sviluppo, un “dazio autoimposto” che penalizza il nostro Paese rispetto a realtà industriali come Germania, Francia e Spagna, che beneficiano di condizioni più favorevoli.
Questa disparità richiede interventi mirati per ridurre il divario e rilanciare la produzione nazionale.
La discussione si è poi concentrata sulla complessa situazione dell’Ilva, un nodo cruciale per l’intera filiera siderurgica italiana.
Agrusti ha ribadito la necessità di una soluzione strutturale che garantisca la continuità dell’attività produttiva, auspicando un ritorno sotto il controllo pubblico dell’impianto, per assicurare la disponibilità di acciaio, un materiale essenziale non solo per l’industria manifatturiera, ma anche per settori strategici come la difesa e la cantieristica navale, fondamentali per la sicurezza e l’indipendenza nazionale.
In questo contesto, è stata riproposta con forza l’idea di designare come “zone militari invalicabili” gli impianti strategici di produzione energetica e siderurgica, al fine di proteggerli da interferenze esterne e garantire la loro operatività ininterrotta.
Un altro tema centrale è stato quello della carenza di manodopera, un problema sempre più pressante per il tessuto produttivo italiano.
Confindustria Alto Adriatico, in questo senso, ha sviluppato un modello innovativo di integrazione attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo, esemplificato dal Progetto Ghana.
Questa iniziativa, che ha riscosso un notevole successo, sta diventando un esempio da seguire anche in altre regioni italiane, dimostrando come l’integrazione di competenze e risorse possa contribuire a risolvere il problema della mancanza di personale qualificato.
La visita imminente del ministro dell’Agricoltura e della Pesca del Ghana a Pordenone testimonia l’interesse reciproco per l’esplorazione di nuove opportunità di collaborazione, rafforzando un legame che si basa sulla condivisione di esperienze e la ricerca di soluzioni innovative.
L’iniziativa rappresenta un ponte tra culture e un modello di sviluppo sostenibile che guarda al futuro con ottimismo e concretezza.