lunedì 25 Agosto 2025
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Tirso, Trieste: I Lavoratori in Piazza per Evitare la Chiusura

La vertenza Tirso, un’azienda tessile all’avanguardia con sede a Muggia (Trieste), si è materializzata oggi in un corteo vibrante, un grido di speranza e di urgenza per i 160 lavoratori minacciati dalla chiusura.
Circa 200 persone hanno preso parte alla manifestazione, promossa da CGIL e FILCTEM CGIL, in un’espressione di crescente frustrazione e di necessità di risposte concrete.

Massimo Marega, Segretario Generale CGIL Trieste, ha sintetizzato il sentimento prevalente: “Non chiediamo favori, ma chiarezza.

Se ci sono margini di salvaguardia, vogliamo saperlo.

Se non ci sono, vogliamo una dichiarazione esplicita.

La trasparenza è un diritto, non un privilegio, e la vertenza è in stallo da troppo tempo.
“La denuncia centrale dei sindacati CGIL e FILCTEM è quella di un’azienda che si trincera dietro un muro di silenzi e giustificazioni inconsistenti.
La presunta mancanza di esito positivo di una precedente trattativa con Roncadin è stata addotta come scusa per eludere ogni tentativo di fornire informazioni corrette e tempestive.

Si tratta di un comportamento inaccettabile che alimenta l’incertezza e la precarietà per i lavoratori e le loro famiglie.
L’impegno, formalmente assunto da Tirso, di fornire un riscontro ai sindacati entro il 30 luglio, relativo all’eventuale interesse di potenziali acquirenti, è rimasto disatteso.

Questa mancata comunicazione, unita all’avvio della procedura di licenziamento collettivo, fissata con un primo punto fermo per il 28 agosto, crea una situazione di estrema gravità.

In quella data, i lavoratori e i sindacati si troveranno di fronte a una scelta binaria: l’apertura di una trattativa di salvaguardia o l’irruzione della valanga dei licenziamenti.

L’impugnazione formale contro i licenziamenti, unica opzione a disposizione dei sindacati, avrebbe come conseguenza l’estensione dei termini di soli 30 giorni, un margine temporale insufficiente per trovare soluzioni alternative e garantire la continuità occupazionale.
La scelta aziendale è percepita come un atto di irresponsabilità che nega ai lavoratori la possibilità di conoscere le ragioni profonde della crisi e di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni.

Il corteo, preceduto da un acceso dibattito interno, ha evidenziato le tensioni tra le diverse strategie sindacali, con la CGIL che ha scelto di procedere autonomamente nonostante l’impegno di dialogo con Regione FVG e Confindustria.

La manifestazione rappresenta un atto di rivendicazione, un appello alla responsabilità delle istituzioni e delle parti sociali affinché si adotti un approccio proattivo e collaborativo per evitare una perdita di posti di lavoro di tale portata, con pesanti ripercussioni sull’economia locale e sul tessuto sociale del territorio.

Il futuro dei 160 lavoratori di Tirso è appeso a un filo, e la pressione sindacale, affiancata all’attenzione delle istituzioni, è l’unica speranza per evitare una tragedia occupazionale.

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