La vendemmia 2025 in Friuli Venezia Giulia si preannuncia particolarmente generosa, con una produzione stimata in 1,8 milioni di ettolitri, un incremento di circa il 10% rispetto all’anno precedente.
Questi dati, frutto del consorzio di analisi promosso da Assoenologi, Unione Italiana Vini (UIV) e Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), in sinergia con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Masaf) e le regioni, collocano il Friuli Venezia Giulia al vertice dell’aumento produttivo nel Nordest, superando il Trentino Alto Adige (+9%) e il Veneto (+2%), quest’ultimo segnato da una crescita più contenuta.
Il 2025 si è distinto per un andamento climatico complesso, un mosaico di eventi che hanno messo a dura prova la resilienza della vite e l’abilità dei viticoltori.
Sebbene giugno abbia portato con sé ondate di calore intense e prolungata siccità, tipiche di un’estate mediterranea, luglio ha introdotto un capitolo inatteso: fresche piogge e temperature più basse del solito, concentrandosi soprattutto nelle aree pianeggianti.
Questo repentino cambio di scenario ha rallentato temporaneamente lo sviluppo delle uve, creando una situazione di incertezza.
Successivamente, agosto ha visto un ritorno delle temperature elevate, ma questa volta accompagnato da precipitazioni regolari e ben distribuite, che hanno contribuito in modo significativo a sostenere la maturazione delle uve, contrastando gli effetti della siccità giugnese.
L’alternanza di questi eventi climatici ha plasmato il ciclo vegetativo della vite, che pur mostrando una regolarità generale, si è manifestata con un’anticipo di circa una settimana rispetto alle medie stagionali.
Tuttavia, l’abbondanza di piogge nella seconda metà di agosto ha comportato un impatto sulla salute dei grappoli, soprattutto in quelle zone con una capacità di drenaggio limitata, esacerbando ulteriormente l’urgenza di procedere con la raccolta.
L’impiego di fitosanitari, in linea con le pratiche consolidate, ha visto una lieve riduzione nelle aree più esposte ai venti, frutto di una gestione sempre più attenta all’impatto ambientale.
La raccolta del pregiato Pinot Grigio è iniziata alla fine di agosto, seguita dalla Glera, destinata alla produzione del rinomato Prosecco.
La finestra di raccolta, solitamente compresa in un arco di circa dieci giorni, potrebbe estendersi a causa dell’instabilità climatica, richiedendo un monitoraggio costante dello stato di maturazione dei grappoli.
I risultati preliminari indicano livelli di maturazione generalmente buoni, seppur con una presenza limitata di botrite in alcune aree particolarmente esposte alle piogge, prontamente contenuta grazie alle temperature più elevate registrate nella prima metà dell’estate.
Le rese si presentano favorevoli, mantenendo l’andamento produttivo degli anni precedenti, segno di una viticoltura attenta e capace di adattarsi alle sfide poste dalle condizioni climatiche variabili.
Questo equilibrio tra quantità e qualità si configura come una promessa per il futuro del vino friulano, rafforzando la sua reputazione sui mercati nazionali e internazionali.