L’imminente stagione elettorale che vedrà diverse Regioni italiane recarsi alle urne nell’autunno prossimo solleva una questione di cruciale importanza, che va ben oltre la mera dinamica politica.
Il rischio concreto di innescare una situazione di bilancio provvisorio in queste realtà territoriali rappresenta una seria minaccia alla stabilità amministrativa e finanziaria, soprattutto alla luce delle stringenti scadenze imposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fissate per giugno del prossimo anno.
Come evidenziato dal Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, la necessità di trovare una soluzione a questa problematica è imperativa.
Le opzioni sul tavolo includono la possibilità di posticipare le elezioni di alcuni mesi, un intervento legislativo mirato a prevenire il bilancio provvisorio o, auspicabilmente, una combinazione di entrambe le misure.
È fondamentale contestualizzare la situazione attuale ripercorrendo brevemente la storia delle elezioni regionali.
Inizialmente, il 2020 era stato designato come anno “straordinario”, a causa dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19, che aveva inevitabilmente rimandato i processi elettorali.
Tuttavia, era stato concordemente ritenuto necessario un ritorno alla normalità, con le elezioni programmate in primavera.
Questa scelta, lungi dall’essere dettata da preferenze stagionali, si è rivelata essenziale per garantire la continuità amministrativa, un elemento vitale per la corretta gestione delle risorse pubbliche e l’attuazione di progetti strategici.
La continuità amministrativa assume un’importanza ancora maggiore nell’attuale scenario, caratterizzato dalla necessità di implementare il PNRR.
Il Piano, con le sue ambiziose e complesse iniziative, richiede una gestione efficiente e coordinata, che difficilmente sarebbe garantita in una fase di transizione amministrativa e di bilancio provvisorio.
Un’amministrazione in transizione, infatti, sarebbe gravata da incertezze procedurali e dalla mancanza di una visione strategica a lungo termine, compromettendo l’efficacia dell’implementazione del Piano stesso.
La questione elettorale, purtroppo, si trova spesso a essere contaminata da logiche politiche di breve termine e da dinamiche legate al cosiddetto “terzo mandato”.
Tuttavia, è cruciale sottrarre la discussione a queste derive e focalizzarsi sull’interesse primario delle istituzioni e sulla stabilità del sistema regionale.
È tempo di un ragionamento maturo e responsabile, che metta al centro il bene comune e la capacità di affrontare le sfide future con serietà e determinazione.
La priorità deve essere quella di assicurare che le Regioni possano operare con la necessaria stabilità e continuità, al fine di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini e di contribuire al rilancio del Paese.