Il mondo del calcio italiano piange la scomparsa di Lorenzo Buffon, custode instancabile della porta e figura emblematica di un’epoca d’oro.
A Latisana, la cittadina friulana che aveva accolto gli ultimi anni della sua vita, si è spento a 95 anni, pochi giorni prima del suo compleanno, a causa di un arresto cardiaco improvviso.
La notizia, diffusa dalla figlia Patricia, ha scosso la comunità sportiva e riaccende i riflettori su una carriera costellata di successi e dedizione al pallone.
Lorenzo Buffon non fu semplicemente un portiere; fu un pilastro del Milan negli anni ’50, un’era dominata dalla figura carismatica di Nils Liedholm, che lo vide protagonista di un decennio di trionfi.
Cinque scudetti, simboli di un calcio improntato alla grinta e alla resilienza, testimoniano il suo contributo al club rossonero.
La sua figura, robusta e affidabile, incarnava l’etica del lavoro e l’abnegazione che contraddistingueva il calcio di quegli anni.
La sua parabola calcistica non si limitò al Milan. La sua poliedricità lo vide indossare con onore le maglie di Genoa, Fiorentina e Inter, club che hanno segnato profondamente la storia del calcio italiano.
Ogni maglia rappresentò una tappa fondamentale nel suo percorso, arricchendo il suo bagaglio di esperienze e confermando la sua versatilità.
Il nerazzurro, in particolare, testimonia la sua capacità di integrarsi e competere in contesti differenti, dimostrando un attaccamento al pallone che trascendeva i colori di una singola squadra.
La sua presenza in Nazionale, benché non sempre costantemente, rappresenta un ulteriore sigillo sulla sua rilevanza nel panorama calcistico del tempo.
Competere con i migliori giocatori italiani, condividere l’esperienza della maglia azzurra, fu per lui un onore e un incentivo a superare i propri limiti.
Lorenzo Buffon fu un testimone privilegiato di un calcio in evoluzione, un calcio che passava dalla pionieristica era post-bellica alla modernizzazione degli anni ’60.
La sua carriera si sviluppò in un’epoca di grandi cambiamenti sociali ed economici, e il suo contributo al calcio italiano va letto alla luce di questi profondi mutamenti.
La sua figura rappresenta un ponte tra due generazioni di calciatori, un legame con un passato di valori e di passione che ancora oggi ispirano.
I suoi funerali, celebrati in forma strettamente privata a Latisana, sono un momento di raccoglimento e di commiato da un uomo che ha dedicato la sua vita al pallone, lasciando un’eredità di talento, impegno e sportività.








