Il Baja dello Stella, quarta prova del Campionato Italiano Fuoristrada, si è rivelato un banco di prova inaspettato, segnato da sorprese e ribaltamenti di fronte che hanno riscritto le gerarchie consolidate.
La corsa, giunta alla sua seconda edizione, ha visto emergere un talento giovane e determinato, Kevin Manocchi, capace di sconfiggere le aspettative e di imporsi su un percorso tecnico e insidioso.
L’aria era carica di un’attesa palpabile, alimentata dai risultati promettenti ottenuti nelle prime prove stagionali.
Tuttavia, nessuno, nemmeno i più ottimisti sostenitori del ventenne portogruarese, si sarebbe aspettato un trionfo così netto.
La sua vittoria non è stata solo una conquista personale, ma un segnale di cambiamento nel panorama del fuoristrada italiano, un’affermazione di una nuova generazione di piloti.
La giornata si è aperta con un primo giro, il “Power Stage Giulia Maroni”, che ha subito delineato un quadro complesso.
Il romagnolo Manuele Mengozzi, campione in carica, appariva inizialmente dominante, ma un guasto all’idroguida ha costretto alla rinuncia alla seconda tornata sul settore selettivo “Volaris”, un tratto di 28 chilometri cruciale per l’esito della prova.
Questa indisponibilità ha aperto uno spiraglio per i suoi inseguitori, e Kevin Manocchi ne ha saputo cogliere appieno l’opportunità.
Il suo tempo di 21’20” a quella prova aveva tenuto il giovane a soli tredici secondi dal leader, una distanza minima che testimoniava la sua competitività e la sua capacità di interpretare il tracciato.
La presenza del padre, Michele Manocchi, sul podio virtuale, a soli ventotto secondi, ha aggiunto un tocco di emozione a questa fase iniziale.
Un elemento inatteso della classifica è stata la prevalenza dei veicoli SSV (Side-by-Side Vehicle), agili tubolari leggeri che hanno trovato nel percorso una superficie di esprimere al meglio le loro doti.
La loro presenza massiccia ai vertici, con ben sei macchine tra le prime dieci, ha messo in discussione la tradizionale superiorità dei potenti T1 (veicoli da competizione a trazione integrale).
Le condizioni del fondo, particolarmente scivoloso a causa della brina mattutina, hanno ulteriormente accentuato questa tendenza, penalizzando i veicoli più massicci.
Il secondo passaggio ha consacrato la risalita di Andrea Castagnera su Can Am Maverick, il quale, con un tempo di 20’29”, si è portato in seconda posizione assoluta, a soli pochi secondi dal leader Manocchi (20’36”).
La vittoria del giovane pilota è stata accompagnata da una performance impeccabile e da un’intensa emozione, testimoniata dallo sguardo scambiato con la sorella Giada, navigatrice esperta e punto di riferimento per la sua grinta.
La gara storica ha visto un’inversione di tendenza, con Mauro Cantarello (BMW X3) che ha preso il comando su Filippo Andreetto (Mitsubishi Pajero), mentre Simone Grossi (Land Rover Defender) ha accusato un forte ritardo.
Alberto Gazzetta (Suzuki Jimny) si è inserito nel podio provvisorio, dimostrando la versatilità dei veicoli più compatti.
La difficoltà del percorso ha avuto un impatto significativo sulla classifica generale, con l’abbandono di Lorenzo Codecà, a causa di un guasto al motore del suo Suzuki Grand Vitara e di Emilio Ferroni.
Alfio Bordonaro, penalizzato da problemi meccanici, ha dovuto accontentarsi di una posizione di metà classifica.
Il Baja dello Stella si è dunque concluso con una vittoria inaspettata, un trionfo di gioventù e di nuove tecnologie, che ha riscritto le dinamiche del fuoristrada italiano e che lascia presagire un futuro ricco di emozioni e di nuove sfide.








