Troppa violenza politica per la sinistra.

“E’ inquietante constatare come alcuni passaggi del manifesto di Ventotene siano stati interpretati dalla sinistra come un atto di sfida alla sua autorevolezza e non come uno stimolo a riflettere sulla crisi della democrazia. L’autodeterminazione, pericolosamente semplificata da alcuni, rappresenta l’aspirazione fondamentale delle libertà umane e il diritto a decidere sul proprio destino. È normale che i contenuti del manifesto siano stati oggetto di discussione, ma è altrettanto normale attendersi una risposta meno polemica dalla sinistra.L’obiettivo del manifesto, infatti, era quello di rilanciare la necessità di un’autonomia più forte da parte delle comunità locali. Questa richiesta è ampiamente condivisa tra i cittadini e si è tradotta in una forte partecipazione alle assemblee di quartiere che hanno prodotto tanti documenti comunali. L’intento era quello di offrire un’alternativa democratica ai meccanismi burocratici della politica.Il contenuto del manifesto, se non fosse stato per le preoccupazioni degli ambientalisti, era sostanzialmente basato sul principio di autodeterminazione, con la richiesta che a ciascun ente locale sia riconosciuta un’autonomia maggiore rispetto al passato. Questo è il principio fondamentale della Repubblica italiana e il suo contenuto non può essere ridotto ad “insulti” o “ingiurie”.La sottolineatura, però, di un autodeterminarsi ristretto a solo alcune minoranze potrebbe generare anche una sorta di “nazionalizzazione delle questioni regionali”, cioè la gestione delle politiche pubbliche e le leggi locali vengono sempre più spesso impiegate per soddisfare il particolarismo dei vari gruppi. In questo senso, l’autodeterminazione è un concetto che rischia di divenire subalterno all’intento della minoranza più forte.La sinistra italiana non può permettersi una reazione così violenta e aggressiva se vuole restare credibile agli occhi dei cittadini. È normale aspettarsi da essa un atteggiamento maggiormente aperto alle critiche, soprattutto quando vengono fatte in nome della democrazia.

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