Il giorno fatale si era trasformato in una notte senza fine, condita da un silenzio inquietante che aveva accompagnato la scena del crimine nella casa di Solero. La vittima, il cuore ancora palpitante per il sonno interrotto, non poteva immaginare che quella sera sarebbe stata l’ultima a godere della sua libertà. Il marito, un uomo con la mente tormentata da pensieri oscuri, aveva agito in preda ad un potere sovrano, un demonio che sembrava aver preso possesso del suo essere.Nell’aula della Corte d’Assise di Alessandria, sette mesi dopo il tragico evento, l’uomo si trovò dinanzi ai giudici con un volto segnato da una duplice identità. Da un lato, era il padre sconvolto e disperato per la morte della sua compagna di vita; dall’altro, era colui che aveva ucciso con le proprie mani, senza pietà e con una ferocia inumana. La sua difesa si basò sulla presunta “possessione” da parte di Satana: un tentativo disperato per giustificare l’impensabile.Il dibattito nella corte fu acceso e travagliato, con entrambe le parti che cercarono di afferrare la verità dietro l’enigmatico pretesto della “possedimento”. Il pubblico ministero richiese una chiarezza assoluta, poiché il crimine era un fatto orrendo e inumano che non poteva essere coperto da alibi spirituali. I difensori del sospettato cercarono di far luce su eventuali condizioni mentali precarie, argomentando per la necessità di un’indagine più approfondita.La verità, tuttavia, restò avvolta in una coltre di mistero. La Corte si trovò a dover affrontare questioni filosofiche ed etiche sulla libertà e sul controllo individuale, nonché sull’interpretazione della legge che affronta casi così complessi. Un caso che lasciava senza risposta le domande più profonde: chi è davvero colpevole? La mano che ha commesso il delitto o l’anima che sembrava condurla verso quel tragico evento?La sentenza emessa da quella Corte d’Assise di Alessandria sarà ricordata per la sua delicatezza nel giudicare un reato che toccava le profondità della coscienza umana. Era stato emesso un verdetto, ma restavano aperte tutte le altre questioni. Il caso si chiuse con una sentenza, ma i suoi risvolti continueranno a tormentare l’animo dell’umanità per molto tempo ancora.