Un’enorme rete di riciclaggio: sequestrato il patrimonio dell’imprenditore Passarelli per 294 milioni di euro.

E’ stato sequestrato un patrimonio straordinario, il cui valore supera di gran lunga i 294 milioni di euro, appartenente ad Antonio Passarelli, imprenditore coinvolto nell’enorme rete di riciclaggio dei soldi della camorra, come emerso dalle indagini condotte dal Gico e dalla Dda partenopea. Le investigazioni del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno evidenziato che Passarelli aveva gestito denaro sporco proveniente da diversi clan camorristici, come i Mallardo, Di Lauro e Perfetto.Il denaro era stato reinvestito in numerose attività commerciali e immobiliari, disperse in varie regioni d’Italia, tra cui Emilia Romagna, Campania, Lazio, Sardegna e Molise. Le indagini hanno anche accertato la condotta sistematica di riciclaggio e fittizia intestazione di beni da parte dell’imprenditore campano per un periodo protratto nel tempo.Il Tribunale di Napoli ha disposto la confisca di primo grado di 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e ben 631 immobili e terreni ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.Le indagini dei Nuclei Pef della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna hanno dimostrato come Passarelli avesse condotto operazioni di riciclaggio per un arco temporale lunghissimo. È stato accertato, inoltre, che egli aveva condotto una sistematica attività di sottrazione all’imposizione tributaria di ingenti somme di denaro, reinvestite in operazioni commerciali e edilizie.È stata anche rilevata la palese sproporzione tra i redditi ufficiali del proponente e della sua famiglia e il patrimonio posseduto. Gli inquirenti hanno accertato che Passarelli aveva gestito un ampio patrimonio di denaro sporco per conto dei clan camorristici, reinvestendolo in attività commerciali ed immobiliari disperse su varie regioni d’Italia. Le indagini hanno rivelato come l’imprenditore campano avesse condotto operazioni di riciclaggio e fittizia intestazione di beni per un periodo protratto nel tempo.Il Tribunale di Napoli ha deciso la confisca del patrimonio di Passarelli, comprendente 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso. Le indagini condotte dal Gico hanno accertato che l’imprenditore campano avesse gestito denaro sporco proveniente dai clan camorristici Mallardo, Di Lauro e Perfetto.Passarelli aveva reinvestito il denaro sporco in numerose attività commerciali ed immobiliari disperse su varie regioni d’Italia. Le indagini hanno dimostrato come egli avesse condotto operazioni di riciclaggio per un arco temporale lunghissimo. È stato accertato che Passarelli aveva sottratto ingenti somme di denaro all’imposizione tributaria, reinvestendole in operazioni commerciali edilizie.Le indagini condotte dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza hanno dimostrato come Passarelli avesse gestito un ampio patrimonio di denaro sporco per conto dei clan camorristici. È stato accertato che egli aveva condotto operazioni di riciclaggio e fittizia intestazione di beni per un periodo protratto nel tempo. Il Tribunale di Napoli ha deciso la confisca del patrimonio di Passarelli, comprendente 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso.