In Valle d’Aosta, la dinamica demografica si incrocia con quelle sociali ed economiche, creando un panorama complesso e delicato. Nonostante le similitudini con il resto del Paese, questa regione montana presenta peculiarità che richiedono una strategia specifica per garantirne la sostenibilità. I dati relativi alle nascite (641 nel 2024) e ai decessi (1426 dello stesso anno) evidenziano l’importanza dei flussi migratori, che contribuiscono a mantenere un saldo leggermente positivo. Tuttavia, nonostante questi numeri, è necessario lavorare per renderizzare pratico ed attraente il territorio montano, sfruttando i punti di forza storici della regione. La resilienza delle comunità locali, infatti, ha permesso loro di resistere alle trasformazioni, grazie a un forte senso di appartenenza e a legami comunitari profondi.Il reggente della Fai/Cisl in Valle d’Aosta, Jean Dondeynaz, durante l’apertura dell’ottavo congresso regionale ad Avise, ha sottolineato l’importanza del coinvolgimento di giovani, donne e immigrati nella creazione di un progetto partecipativo. “Le dinamiche ristrette della nostra comunità – ha affermato Dondeynaz – possono essere considerate un valore aggiunto, un laboratorio concreto dove mettere in pratica il nostro progetto.”La Fai/Cisl regionale sta lavorando per attuare strategie che promuovano la partecipazione e l’innovazione sociale. Lo stesso Dondeynaz ha ricordato l’importanza di valorizzare le tradizioni locali, senza limitarsi a mantenere lo status quo, ma anzi utilizzandole come base per innovare e creare nuove opportunità.L’incontro continuerà con gli interventi del Segretario generale della Fai/Cisl nazionale, Onofrio Rota. Saranno molti i temi affrontati in questo congresso, ma uno dei punti centrali sarà la promozione di politiche che valorizzino l’impatto economico e sociale delle comunità locali.