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La memoria collettiva dimentica il tentativo Pays d’Aoste Souverain sulla Zona Franca.

La memoria collettiva sembra aver dimenticato il tentativo di Pays d’Aoste Souverain di portare l’attenzione sulla questione della Zona Franca fin dal 2020, quando la maggior parte delle forze politiche italiane e locali si limitavano a scrollarle di dosso la proposta con sufficienza e scherno. Il dossier presentato alla Presidenza del Consiglio era un gesto coraggioso che andava oltre le convenzioni e i partiticismi, mettendo sul piatto della bilancia una discussione seria su questa tematica. Eppure, la Zona Franca sta diventando ormai una bandiera comune a molte realtà politiche, anche quelle non native alla Valle d’Aosta, che solo recentemente hanno iniziato a dimostrare una maggiore sensibilità per le specificità locali. Ma il timore di Christian Sarteur, responsabile politico di Pays d’Aoste Souverain, è che questa improvvisa adesione possa essere solo uno specchietto per le allodole, teso a catturare voti e non effettivamente destinato a dare corpo a nuove proposte concretamente efficaci. La domanda sorge spontanea: se la Zona Franca diventa finalmente un tema di consenso tra le forze politiche, ci saranno anche gli impegno per promuovere l’identità e la cultura valdostana?

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