Benjamin Védrines, alpinista francese di trentadue anni, ha riscritto la storia della scalata e discesa del Monte Bianco, fissando un nuovo primato con un tempo di 4 ore, 54 minuti e 41 secondi. L’impresa, compiuta sabato mattina partendo dalla storica chiesa di Chamonix, non è semplicemente una questione di velocità, ma una sintesi complessa di abilità tecnica, resistenza fisica estrema e una profonda conoscenza del territorio alpino.La performance di Védrines si distingue dal precedente record, detenuto dallo skyrunner spagnolo Kilian Jornet, non solo per il tempo, leggermente inferiore, ma soprattutto per l’approccio metodologico. Mentre Jornet, nel 2013, aveva affrontato la salita e la discesa in corsa, adottando un abbigliamento estivo e scarponcini da trail running, Védrines ha saputo integrare l’uso degli sci in determinate sezioni del percorso, ottimizzando la velocità e la gestione dell’energia. Questa scelta strategica, rivela una comprensione avanzata delle dinamiche del terreno e una capacità di adattamento alle sue variazioni, elementi cruciali in un ambiente così tecnico e imprevedibile come quello montano.La scalata del Monte Bianco non è mai un’attività priva di rischi. Le condizioni meteorologiche possono mutare rapidamente, la neve e il ghiaccio presentano pericoli costanti, e l’altitudine mette a dura prova il corpo umano. Il racconto di Védrines, condiviso sui social media, non nasconde le difficoltà incontrate: “Tra caviglie rotte, occhi congelati e bastoni spezzati, c’è molto da raccontare!”. Queste parole, che evocano le prove superate e le sfide affrontate, testimoniano il coraggio e la determinazione necessari per affrontare un’impresa di tale portata.Il primato di Védrines si colloca in un contesto più ampio di sfide alpine, un’eredità di coraggio e innovazione che ha ispirato generazioni di alpinisti. Il riconoscimento di Jornet, conciso ma significativo (“Bravo!!! Enorme perf l’artiste”), sottolinea il rispetto reciproco tra questi due atleti, entrambi figure di riferimento nel mondo dell’alpinismo e dello sport di montagna. La loro competizione, al di là della ricerca del tempo più veloce, alimenta una cultura dell’eccellenza e della continua ricerca di nuovi limiti, spingendo i confini del possibile in un ambiente tanto affascinante quanto pericoloso. L’impresa di Védrines non è solo un record, ma un capitolo importante nella storia dell’alpinismo, un tributo alla passione per la montagna e alla perseveranza umana.
Védrines e il Monte Bianco: un nuovo primato assoluto.
