08 maggio 2025 – 14:49
La giustizia torinese ha deciso di correggere i capi d’accusa contro 10 attivisti No Tav coinvolti in un’aggressione avvenuta il 24 luglio 2020 nella Valle di Susa. La causa è stata sospesa e riinsediata per la fine di luglio, mentre la procura chiede condanne che ne totalizzano complessivamente 37 anni e mezzo di carcere.L’accusa si riferisce a un episodio in cui gli attivisti si opposero alle forze dell’ordine che cercavano di rimuovere barricate posizionate sul sentiero in prossimità del cantiere di Chiomonte. I No Tav ritenevano di essere diretti verso il presidio denominato “Dei Mulini”, ma gli agenti si stavano invece concentrando nel cordone di polizia che fronteggiava la manifestazione.Un lungo palo, portato da un dimostrante, era stato impugnato anche da alcuni funzionari di polizia e da una decina di manifestanti, scatenando uno scontro fisico in cui i No Tav tentarono di recuperare l’oggetto. La procura ha definito questo movimento come “rotatorio”, che portò alla caduta del palo e al ferimento del dirigente Gianmaria Sertorio (oggi Questore ad Aosta) e di un commissario di polizia, il quale si è costituito parte civile.Secondo la difesa, l’incidente non fu voluto mentre l’accusa ha parlato di atteggiamento aggressivo e logica di contrapposizione. La proposta della procura prevedeva pene variabili tra i 4 anni e 4 mesi e i 3 anni e 3 mesi per otto degli imputati.La correzione dei capi d’accusa si riferisce non ai singoli episodi ma alle motivazioni alla base delle azioni compiute dai No Tav. Il processo è stato sospeso con la promessa di una sentenza a luglio, lasciando la possibilità che i giudici possano prendere posizione su queste questioni.