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L’Italia lavora per solo 251 giorni l’anno

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26 aprile 2025 – 10:24

Nel 2025 l’Italia si avvicina ai due trilioni e duecentoquarantaquattro miliardi di euro di PIL, cifra che ci consente di apprezziare meglio la produzione giornaliera del nostro paese, quantificata in oltre sei miliardi di euro. Se consideriamo anche i bambini e gli anziani, il reddito medio nazionale pro capite giornaliero ammonta a 104 euro. Il contributo più alto per abitante si registrerebbe a Milano con 184,9 euro, seguito da Bolzano (154,1), Bologna (127,6), Roma (122), Modena (121,3), Aosta (120,4), Firenze (119,8), Trento (119,5), Parma (115,4) e Reggio Emilia (113,7). In coda alla classifica, però, ci sono Enna (53,5), Agrigento (52,8), Vibo Valentia (51,5), Sud Sardegna (50,8), Cosenza (50,7) e Barletta-Andria-Trani (50,6).I dati regionali ci rivelano che la regione più ricca è il Trentino-Alto Adige con un reddito pro capite di 152,8 euro. La Lombardia si posiziona al secondo posto con 140,8 euro, seguita dalla Valle d’Aosta (134,5), l’Emilia-Romagna (123,8) e il Lazio (121,3).Nel 2025 ci aspetta di lavorare per un totale di 251 giorni, due in meno rispetto al 2024. Se consideriamo i dati del PIL secondo la Cgia di Mestre, questo significa che perderemo circa 12 miliardi di euro se non riusciremo a recuperare questi due giorni. Ciò potrebbe essere paragonato all’impatto economico causato dall’introduzione dei dazi dagli Stati Uniti.L’Italia è tra i paesi con il maggior numero di ore lavorate per occupato, secondo l’OCSE. Infatti, solo la Grecia (1.897), la Polonia (1.803), la Repubblica Ceca (1.766) e l’Estonia (1.742) hanno un totale superiore al nostro che è di 1.734 ore contro le 1.500 in Francia e le 1.343 in Germania.Tra l’inizio delle festività pasquali e la fine del ponte dell’1 maggio, le attività commerciali si riducono per circa 20 giorni. Le aziende legate al settore turistico lavorano a pieno regime, mentre quelle del commercio continuano con un ritmo rallentato. Il legislatore ha cercato di affrontare il problema nel 1977 cancellando alcune festività religiose.Il governo Berlusconi e quello di Monti hanno tentato di risolvere la situazione senza successo. Se riuscissimo a recuperare una settimana di lavoro all’anno, guadagneremmo circa 22 miliardi di euro in PIL.

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