La Valle d’Aosta è di nuovo sull’orlo della crisi istituzionale, una vicenda che ha già colpito la regione cinque anni fa, quando la legislatura iniziata nel 2018 si concluse con uno scioglimento anticipato a causa dell’impossibilità del Consiglio regionale di esprimere una maggioranza stabile. Oggi, l’incapacità dell’Union Valdôtaine di approvare una riforma istituzionale che favorisca la stabilità ha portato alla votazione di una legge minimale che non affronta i temi chiave della riforma, mancando così di trovare adeguati consensi in Consiglio e di essere stata approvata fuori tempo massimo. Ciò significa che essa non potrà entrare in vigore a tempo debito e, come conseguenza diretta, il 28 e 29 settembre si voterà con la preferenza unica prevista dalla legge attualmente in vigore.La vicenda è stata commentata da Rete civica Valle d’Aosta e Europa Verde su Facebook, evidenziando le gravi criticità che minacciano l’istituzione regionale. Al centro dell’attenzione, il professor Morrone, docente di diritto costituzionale all’Università di Bologna, ospite recente di un incontro ad Aosta. Egli si è espresso in modo categorico sulla base delle normative vigenti: il Decreto del Presidente della Regione, pubblicato a fine luglio per convocare i comizi elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale, dovrà definire le regole di gioco sulla base della legge elettorale vigente, regole che non potranno essere modificate in una fase successiva, come ipotizzato invece dal Presidente Testolin.La richiesta di referendum confermativo, attualmente oggetto di raccolta di firme, rende impossibile la promulgazione della nuova legge prima del Decreto di fine luglio. Inoltre, non è immaginabile un Decreto di aggiornamento, ovvero un cambio delle regole in corso d’opera basato sui risultati del referendum. Il professor Morrone ha chiarito che tali Atti incongrui del Presidente sarebbero impugnabili e potrebbero avere pesanti conseguenze sul procedimento elettorale.Il ritardo con cui è stata votata la legge elettorale, per il quale un ruolo importante spetta al capogruppo unionista Aurelio Marguerettaz, si aggiunge adesso alla soluzione illegittima proposta da un mal consigliato Presidente. Quest’ultimo dovrà assumersi la responsabilità di tali scelte.