Un episodio di microcriminalità ha interrotto la quiete del parco Milcovich a Padova, evidenziando le complesse dinamiche che spesso si intrecciano tra sicurezza urbana, immigrazione e gestione del territorio. Un giovane tunisino di diciotto anni, privo di permesso di soggiorno regolare e gravato da una storia giudiziaria pregressa, è stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.L’intervento delle forze dell’ordine, una ‘volante’ in perlustrazione dell’area, è stato innescato da un comportamento sospetto rilevato nel parco, un luogo particolarmente sensibile per la presenza di famiglie con bambini. La reazione istintiva del giovane, tentare di occultare un involucro all’interno di una scarpa alla vista dei poliziotti, ha subito confermato i loro sospetti.La perquisizione successiva ha permesso di rinvenire tre dosi di hashish, abilmente nascoste in un calzino, insieme a una discreta somma di denaro, presumibilmente proventi dell’attività illecita. La scoperta non solo ha accertato il reato di detenzione, ma ha fornito un indizio concreto della sua dedizione al traffico di stupefacenti.Le indagini hanno rivelato un quadro più ampio: il diciottenne era entrato illegalmente in Italia, in un periodo antecedente all’agosto 2024, e si portava alle spalle una serie di precedenti penali, spesso legati proprio al reato di spaccio. La sua storia giudiziaria recente includeva un’indagine per spaccio e resistenza a pubblico ufficiale il 26 marzo e un arresto per lo stesso reato il 10 aprile, circostanze che testimoniano una recidiva preoccupante.Il magistrato ha convalidato l’arresto, sottolineando la gravità dei fatti e la pericolosità del soggetto. La richiesta di conversione del permesso di soggiorno, presentata dal giovane al momento della sua scadenza, è stata respinta dall’Ufficio Immigrazione, evidenziando l’incompatibilità del suo status con la legalità del territorio italiano.Un provvedimento del Questore Marco Odorisio ha disposto il trasferimento del diciottenne presso il Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo, segnando l’inizio della procedura volta al suo allontanamento definitivo dal territorio nazionale. L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla gestione dei flussi migratori, l’efficacia dei controlli di polizia e l’integrazione dei giovani stranieri, elementi imprescindibili per garantire la sicurezza e la convivenza pacifica all’interno della comunità. L’incidente riflette, inoltre, la sfida di contrastare la criminalità organizzata che spesso si insinua nelle aree urbane, sfruttando la vulnerabilità di individui in situazioni di marginalità sociale ed economica.
Arresto a Padova: droga e precedenti, un giovane tunisino nel mirino
Pubblicato il
