Un atto di profonda ingiustizia ha scosso la comunità padovana, culminando nella denuncia di un uomo di sessant’anni, di origine marocchina, per il furto di un dispositivo di mobilità elettrico.
La vittima, una persona con disabilità costretta all’uso di una sedia a rotelle, si è trovata improvvisamente privata di un bene essenziale per la sua autonomia, un ruotino elettrico trainante, di notevole valore economico, stimato intorno ai 4.
000 euro.
L’episodio si è verificato in un supermercato situato nella centralissima Galleria San Carlo, un luogo che dovrebbe garantire sicurezza e accessibilità a tutti i cittadini.
La dinamica del furto, ricostruita grazie all’analisi scrupolosa delle riprese dei sistemi di videosorveglianza, ha rivelato un gesto di spregiudicata prevaricazione.
L’uomo, approfittando di un momento di distrazione, si è impossessato del dispositivo, caricandolo su un furgone parcheggiato nelle vicinanze.
La rapidità e l’efficienza delle volanti della questura hanno permesso di rintracciare il veicolo, identificando con precisione il responsabile.
L’indagine ha permesso di localizzare il presunto ladro presso l’abitazione di un conoscente, dove è stato recuperato il ruotino elettrico, restituendo alla vittima un pezzo fondamentale della sua indipendenza.
Il 60enne, privo di un’abitazione stabile e senza una professione, pur essendo regolare sul territorio nazionale, vanta un precedente penale articolato, che include accuse di resistenza a pubblico ufficiale, oltraggio, lesioni personali e danneggiamento, elementi che delineano un quadro di problematiche sociali più ampie.
La gravità del gesto, unitamente alla storia personale dell’autore, ha spinto il questore Marco Odorisio ad attivare l’Ufficio immigrazione, con l’obiettivo di valutare l’eventuale revoca del titolo di soggiorno.
Questa decisione, seppur motivata dalla necessità di tutelare la sicurezza pubblica e di garantire giustizia alla vittima, solleva interrogativi complessi riguardo all’integrazione, alla marginalizzazione e alle responsabilità individuali all’interno di una società multiculturale.
Il caso, oltre a configurare un reato patrimoniale, evidenzia la vulnerabilità delle persone con disabilità e la necessità di rafforzare misure di prevenzione e di sostegno, non solo a livello istituzionale, ma anche a livello di coscienza civica e di responsabilità collettiva.
L’episodio richiama l’attenzione sulla fragilità del tessuto sociale e sull’importanza di promuovere un clima di rispetto, empatia e solidarietà, affinché simili atti di prevaricazione non si ripetano.