In un’impresa scientifica di notevole complessità e significato, un team multidisciplinare composto da ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e dell’Università Ca’ Foscari Venezia ha appena concluso una spedizione pionieristica sul massiccio del Grand Combin, al confine italo-svizzero. Per quindici giorni consecutivi, a un’altitudine vertiginosa di 4.100 metri, il gruppo ha operato sul ghiacciaio Corbassière, estraendo due preziose carote di ghiaccio che penetrano fino alle profondità della struttura glaciale.Questa missione, denominata “Follow the Ice – La memoria dei ghiacci,” rappresenta l’atto inaugurale di un ambizioso progetto promosso dalla Fondazione Università Ca’ Foscari di Venezia, sostenuto da “Sea Beyond,” un’iniziativa del Gruppo Prada realizzata in collaborazione con la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO. L’obiettivo primario è recuperare e preservare un archivio naturale unico, capace di fornire informazioni cruciali sui cambiamenti climatici e ambientali che hanno modellato l’arco alpino nel corso dei secoli.Il raggiungimento del substrato roccioso, a profondità rispettivamente di 99,5 e 98,9 metri, ha segnato un traguardo significativo per la spedizione, attestando la sua riuscita nonostante le sfide intrinseche all’operazione. Le condizioni ambientali estreme hanno messo a dura prova la resistenza del team, che ha dovuto affrontare raffiche di vento superiori ai 100 chilometri orari, frequenti precipitazioni nevose e temperature percepite che hanno raggiunto i -35 gradi Celsius. Il lavoro incessante, condotto in un contesto logistico complesso, ha richiesto un notevole sforzo di coordinamento e di adattamento alle mutate condizioni meteorologiche.Una delle carote di ghiaccio sarà destinata alla Fondazione Ice Memory, un’organizzazione internazionale impegnata nella creazione di un deposito sicuro e a lungo termine di campioni glaciali in Antartide. Questa scelta strategica assicura che il materiale prelevato possa essere accessibile alle future generazioni di scienziati, offrendo loro la possibilità di condurre analisi sempre più sofisticate e di ricostruire la storia climatica del nostro pianeta. L’altra carota sarà analizzata in dettaglio nei laboratori di Venezia, dove ricercatori specializzati potranno esaminare la composizione chimica, la stratificazione e le inclusioni aeree intrappolate nel ghiaccio, ottenendo informazioni preziose sulle variazioni ambientali del passato.La temperatura di -8 gradi Celsius riscontrata alla base del ghiacciaio conferma le caratteristiche ideali del materiale estratto per finalità di ricerca paleo-climatica. L’analisi di questi campioni, unici nel loro genere, si prefigge di ricostruire l’evoluzione delle temperature atmosferiche, la concentrazione di gas serra e l’impatto di eventi naturali come eruzioni vulcaniche e variazioni nell’attività solare. Questa iniziativa si inserisce in un contesto globale di crescente consapevolezza dell’importanza di preservare la memoria dei ghiacci come fonte inestimabile di informazioni per affrontare le sfide ambientali del futuro.
Memoria dei Ghiacci: Speleologia scientifica sul Grand Combin
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