L’attività di polizia locale di Verona ha portato alla luce una rete di produzione e distribuzione illegale di armi non convenzionali, un caso che solleva interrogativi sulla crescente accessibilità di tecnologie potenzialmente pericolose. Durante un controllo routinario, l’attenzione degli agenti è stata catturata da due giovani in possesso di un tirapugni e di un dispositivo elettroshock, modello “Warning arc”. Questo particolare dispositivo, oltre alla capacità di generare una scarica elettrica, integrava una funzione di dissuasione visiva, proiettando un arco elettrico per scoraggiare un potenziale aggressore – una caratteristica che ne amplificava l’effetto intimidatorio.Le indagini successive hanno rivelato che questi strumenti non erano prodotti industrialmente, bensì fabbricati artigianalmente tramite stampa 3D e utilizzo di fibra di carbonio, un materiale noto per la sua robustezza e leggerezza, elementi che ne incrementavano l’efficacia e la pericolosità. L’accurata fabbricazione con tecnologie avanzate ha consentito la realizzazione di repliche dal design simile a quelli commerciali, ma con la possibilità di personalizzazione e, potenzialmente, di miglioramento delle prestazioni.La perquisizione presso l’abitazione di un ulteriore minorenne ha permesso di rinvenire ulteriori esemplari di taser e tirapugni, ancora freschi di stampa, ampliando l’ipotesi di un’attività di produzione organizzata. La scoperta pone l’accento sulla facilità con cui, attraverso l’accesso a stampanti 3D e materiali compositi, si possa bypassare il controllo legale sulla produzione di armi, trasformando un’innovazione tecnologica, nata per scopi pacifici, in uno strumento potenzialmente utilizzato per fini illeciti.I tre minorenni coinvolti sono stati segnalati alla procura dei Minori di Venezia, che avvierà le procedure legali necessarie. Nel frattempo, la polizia locale di Verona ha proseguito le indagini, recuperando ulteriori dispositivi in possesso di acquirenti, ricostruendo la filiera di distribuzione e cercando di individuare i responsabili dell’organizzazione che ha promosso questa attività illegale.L’episodio evidenzia una sfida crescente per le forze dell’ordine: la necessità di monitorare costantemente l’evoluzione delle tecnologie e le loro possibili implicazioni per la sicurezza pubblica, sviluppando strategie di prevenzione e controllo che tengano conto della facilità con cui strumenti potenzialmente pericolosi possono essere replicati e distribuiti attraverso canali non convenzionali. L’accesso diffuso alla tecnologia di stampa 3D, unito alla disponibilità di materiali ad alte prestazioni, rende imperativo un approccio proattivo per contrastare l’uso improprio di queste innovazioni.
Verona, scoperta rete illegale di armi 3D: allarme sicurezza.
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