L’efficacia dei sussidi pubblici e la loro allocazione rappresentano un nodo cruciale per lo sviluppo economico di un paese. Una recente ricerca, pubblicata su *Econometrica*, svela una correlazione allarmante tra l’intervento politico nell’assegnazione di tali risorse e un incremento significativo dei costi per ogni nuovo posto di lavoro creato. Lo studio, condotto da un team di economisti di prestigio (Federico Cingano, Filippo Palomba, Paolo Pinotti ed Enrico Rettore), mette in discussione la prevalenza di logiche clientelari a discapito dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche.L’analisi si è focalizzata su un’enorme mole di dati relativi a 26 miliardi di euro erogati a 77.000 imprese italiane, un dataset eccezionale reso disponibile dalla legge 488/92, una misura di sostegno alle imprese di dimensioni storiche senza precedenti in Italia. Questo contesto ha offerto ai ricercatori un’opportunità unica per confrontare due modelli distinti di allocazione: un approccio guidato da regole predefinite e oggettive (come l’ammontare dell’investimento privato e le proiezioni di nuove assunzioni) e uno basato su valutazioni politiche discrezionali, spesso influenzate da dinamiche territoriali e priorità amministrative regionali.I risultati sono eloquenti: l’interferenza politica nell’assegnazione dei sussidi incide pesantemente sui costi. Quando i politici locali prendono decisioni arbitrarie, il costo per ogni nuovo posto di lavoro creato aumenta del 42% rispetto a un sistema governato da criteri oggettivi. Questa discrepanza non è un mero dettaglio statistico, ma un indicatore di potenziali distorsioni e inefficienze che penalizzano l’intera economia.Ma l’analisi non si ferma alla mera constatazione. Utilizzando sofisticate tecniche di *machine learning* e modelli econometrici avanzati, i ricercatori hanno simulato un sistema di allocazione ottimale, basato sui rendimenti effettivi dei progetti finanziati. I risultati di questa simulazione rivelano un potenziale ancora più significativo: un sistema del genere potrebbe dimezzare i costi per ogni nuovo posto di lavoro, massimizzando i benefici economici complessivi, con un impatto particolarmente rilevante per le regioni del Mezzogiorno, storicamente caratterizzate da un divario di sviluppo.L’implicazione principale è chiara: per garantire un utilizzo efficiente dei fondi pubblici e promuovere una crescita sostenibile, è fondamentale ridurre al minimo l’influenza politica nell’assegnazione dei sussidi, privilegiando criteri oggettivi, trasparenti e basati su dati concreti. Questo non significa abolire il ruolo delle amministrazioni pubbliche, ma piuttosto definire un quadro normativo più rigoroso e meccanismi di controllo più efficaci, che garantiscano che le decisioni siano prese sulla base di considerazioni economiche e non politiche. Il futuro dello sviluppo economico italiano potrebbe dipendere dalla capacità di tradurre queste evidenze scientifiche in riforme concrete e durature.
Sussidi Pubblici: Politica vs. Efficienza, un Costo Nascosto
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