10 febbraio 2025 – 01:01
Virginio Epis, figura leggendaria dell’alpinismo italiano, si distinse per il suo coraggio e la sua abilità sulle vette più alte del mondo. A 93 anni, dopo una lunga vita dedicata alla montagna, si trovò ricoverato all’ospedale Parini per un intervento al pacemaker. Ma la sua storia era segnata da imprese straordinarie: il 7 maggio del lontano 1973 piantò la piccozza sul Tetto del Mondo, diventando un eroe dell’Everest. Salvò due compagni sulla cresta di vetta, un gesto di altruismo e determinazione che lo rese celebre agli occhi del pubblico.La sua partecipazione alla grandiosa spedizione organizzata da Guido Monzino fu un momento epico nell’alpinismo italiano. Virginio non era lì solo per conquistare la cima, ma per mettere in mostra le sue capacità organizzative e scegliere i migliori uomini per il successo della missione. E proprio lui, il maresciallo degli alpini con una lunga esperienza alle spalle, si ritrovò a essere il punto di riferimento durante la discesa dall’Everest.Dopo aver lasciato Oltre il Colle Bergamo per trasferirsi a Courmayeur come militare atleta e poi maestro di sci, Virginio continuò a coltivare la sua passione per la montagna fino alla pensione nel 1987. Rimase attivo come maestro di sci in varie località fino al 2020, dimostrando una dedizione senza pari al suo amato sport.Oggi, mentre ci prepariamo a salutarlo nella Cattedrale di Aosta, resta vivo il ricordo di un uomo straordinario che ha ispirato generazioni con il suo coraggio e la sua umiltà. Le figlie Debora e Giulia, insieme al fratello Erminio e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino, porteranno avanti il suo leggendario spirito d’avventura e sacrificio. Virginio Epis rimarrà per sempre nel cuore degli appassionati di montagna e nell’anima dell’Italia alpinistica.